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 2016  marzo 24 Giovedì calendario

La seconda vita dell’albergo a ore

La seconda vita degli alberghi ad ore. Non più solo rifugi clandestini, destinati a coppie furtive in fuga dalla noia, ma postazioni multitasking. L’idea di un hotel che soddisfi le esigenze di chi in albergo ci vuole lavorare, rilassarsi nella spa, riposarsi prima di un meeting o portare i bambini a fare un tuffo in piscina, ma non ha bisogno di dormire, è all’origine della rinascita degli hotel diurni. Belli e (economicamente) possibili.
Ci sono DayBreakHotels, DayUseHotels e HotelsByDay. E persino la casa a ore Presso. Day-BreakHotels
è una startup che permette di prenotare circa 1600 alberghi in Italia ma anche Inghilterra, Francia, Spagna, Cile e Argentina, a un prezzo ridotto sino al 70% rispetto alla tariffa di una notte. DayBreak è nato dalla fantasia di quattro giovani stanchi di affrontare trasferte scomode. «Ho sempre viaggiato perché ero un avvocato con la valigia in mano – spiega Simon Botto, Ceo di Day BreakHotels – e notavo che spesso non usufruivo dei servizi di hotel bellissimi. Così ho deciso di studiare le cifre del mercato alberghiero». Ecco i risultati: l’occupazione media delle camere è del 65%, due miliardi e mezzo di stanze non sono usate nel mondo e, solo in Europa, ci sono 40 miliardi di euro di ricavi mancati per stanze inutilizzate. Arriva così l’idea che mancava. «Abbiamo pensato di rivoluzionare il concetto di hotel trasformandolo da semplice dormitorio in qualcosa di diverso. Il punto chiave del business sono le camere che noi “sblocchiamo” e permettono di portare all’hotel clienti nuovi».
Anche DayUse propone l’affitto giornaliero, ad un prezzo ridotto del 30 o del 70%, in hotel di pregio. Ci sono strutture a Roma, Milano, Firenze, Napoli, Torino e Genova. Gli hotel sono selezionati seguendo criteri precisi: il luogo, la qualità dei servizi, il design e l’atmosfera. Per David Lebéè, fondatore di DayUse, «l’Italia rappresenta il 10% delle prenotazioni e sono 10mila le visite giornaliere al sito che arrivano da qui».
Ed è sbarcato da poco in Europa l’americano HotelsByDay, che permette di prenotarsi tramite app. Il fondatore Yannis Moati non ha dubbi sulla bontà del business: «Il segmento diurno è previsto per 19 miliardi del mercato globale. Solo negli Stati Uniti, il 23% delle camere a 4 e 5 stelle sono vuoti e l’11% sono disponibili per le prenotazioni diurne».
Non è un albergo, ma è una casa ad ore, Presso di Milano. I tre soci hanno trasformato 350 metri in uno spazio modulare che si può affittare per frazioni di giornata per studiare, lavorare, cucinare, invitare gli amici e dipingere: l’affitto dello spazio è relativamente economico, ma ogni servizio si paga a parte.
La differenza tra questi siti di prenotazioni e le agenzie come
Expedia o Booking è che i viaggiatori diurni non contattano direttamente gli alberghi. Aggiunge Botto: «I nostri clienti prenotano solo tramite noi e per gli albergatori sono soldi extra che arrivano senza fatica. Abbiamo fatto degli studi sui migliori hotel e i ricavi per le camere diurne potenziano il profitto netto dal 10 al 20%». Chi usa gli alberghi alla luce del sole? Ci sono i clienti business che vogliono uffici temporanei e per 90 euro riescono a prenotare una stanza dalle 9 alle 17. Funziona perché i travel manager hanno bisogno di tagliare i costi di trasferta. Ma c’è anche chi nella città ci vive e una camera, con accesso alla piscina o alla spa, lo vede come uno svago per le famiglie che non hanno voglia di trascinare tutti al mare spendendo ben più di 70 euro in una giornata.