La Stampa, 24 marzo 2016
Diamanti usati. Quando i migliori amici delle ragazze sono di seconda mano
Il detto «un diamante è per sempre» ha due significati, uno buono e uno cattivo. Il primo: il diamante è un pegno d’amore eterno. Fin qui tutto bene. Ma il secondo significato si riferisce a una inevitabilità economica: un diamante deve essere «per sempre» per forza di cose, perché se provi a rivenderlo ti danno (al massimo) un decimo di quanto l’hai pagato, è merce da banco dei pegni, e allora tanto vale conservarlo per tutta la vita.
Nota bene: stiamo parlando di diamanti da gioielleria, perché il discorso dei diamanti da investimento confezionati in blister è completamente diverso, lì c’è una rivalutazione annuale e un prezzo di mercato vero all’atto della rivendita. Ma per quanto riguarda i diamanti intesi come gioie, l’abisso fra prezzo di acquisto e di vendita esiste da sempre, sembrava quasi una legge di natura.
Ora, però, il gigante sudafricano De Beers si muove per cambiare le cose. Lo fa perché il mercato dei diamanti è in crisi da quando i petrolieri arabi e russi, a loro volta in crisi, hanno ridotto gli acquisti di gioielli a livello mondiale, e anche i cinesi non comprano più come una volta. Alla De Beers pensano che creare un vero mercato dell’usato, con quotazioni inferiori al nuovo ma soddisfacenti, possa incoraggiare più persone nel mondo ad acquistare gioielli con diamanti, senza timore che l’acquisto sia a fondo perduto.
Per raggiungere lo scopo, la De Beers ha creato negli Stati Uniti la società Iidv (Istituto internazionale di valutazione dei diamanti) per prezzare i diamanti da gioielleria. Lynette Gould, dell’ufficio del gruppo a Londra, spiega che «le procedure sono due, una in negozio e una online».
I rivenditori autorizzati
La procedura in gioielleria riguarda una serie di rivenditori specificamente autorizzati dalla De Beers al riacquisto delle gemme. Questi gioiellieri fanno un’offerta in base alle tabelle dell’Iidv, aggiornate in continuazione per le varie tipologie di caratura, colore eccetera, senza tirare sul prezzo; ma in più i gioiellieri si impegnano a non mettere in imbarazzo il venditore. Se accanto c’è una coppia felice che sta comprando un collier, è imbarazzante per chi vende, ed è in evidenti difficoltà economiche, farsi valutare un gioiello come se fosse entrato in un banco dei pegni, anziché in un negozio deputato al lusso e alla felicità. I gioiellieri del circuito De Beers si impegnano a mettere la persona a suo agio, a non fare alcuna domanda sul perché si vende il gioiello («Divorzio? Fallimento di azienda?») e se il cliente accetta la valutazione di Iidv il negoziante stacca immediatamente l’assegno.
La procedura via web
Ancora più discreta la procedura online. Chi vuol vendere va sul sito della Iidv e compila un modulo coi suoi dati e con una descrizione dettagliata del gioiello. Poi va da un corriere, confeziona il pacchetto e lo spedisce all’indirizzo indicato sul web. Le spese di spedizione e di assicurazione sono a carico di Iidv, eppure il prezzo offerto con questa procedura è leggermente più alto di quello proposto in gioielleria. Se il cliente accetta il prezzo l’affare è concluso, altrimenti il gioiello gli viene rispedito, senza spese. In America tutto questo è già operativo. In Italia il riacquisto di diamanti da parte della De Beers ancora non c’è, ma un giorno potrebbe arrivare; poi è da vedere se da noi funzionerà altrettanto bene.
Le pietre da investimento
Tutto questo non va confuso col mercato dei diamanti da investimento. La De Beers gestisce a livello mondiale flussi di estrazione e di vendita in modo che ogni anno ci sia un lieve ma costante incremento di valore delle pietre certificate, confezionate e sigillate in blister. Il quantum non è specificato (non si tratta di bond a cedola fissa) ma la promessa è che «anche in periodi di forte depressione, le quotazioni possono rimanere invariate, senza subire flessioni», si legge in una brochure della Idb (Intermarket Diamond Business, cioè la società che commercializza la maggior parte dei diamanti italiani da investimento). Si tratta di pietre tagliate fra 0,5 e 1,5 carati. Il cliente le acquista e le tiene in cassetta di sicurezza. Vanno rivendute dopo molti anni, quando si sono apprezzate.