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 2016  marzo 23 Mercoledì calendario

Un po’ di musica per guarire prima (anche dal tumore)

Mozart, Stravinskij, Rossini e Verdi. Ma anche Bruce Springsteen, i Beatles, De Gregori, i Modà. Importante è che si tratti di buona musica, note che regalano armonia e non irritino né le orecchie né il cervello. Importante è che il paziente si affidi, si lasci prendere dal “racconto” musicale e vada dove lo porta il suono.
Questo, per abbassare i livelli di ansia a cui ti obbliga una malattia come il cancro, per sentire meno dolore, per riuscire a rilassare i muscoli, per controllare la depressione, per stimolare le energie mentali, per riequilibrare il rapporto tra il corpo e la testa spesso in tilt quando si soffre, per rivitalizzare le attività neurologiche.
IN OSPEDALE
La consapevolezza scientifica che la musica sia diventata ormai terapia per diversi tipi di patologie, per i bambini come per gli adulti, ha portato l’Accademia di Santa Cecilia, la onlus Susan Komen per la lotta ai tumori del seno e il policlinico Gemelli a stipulare una collaborazione che durerà tre anni. Un progetto che significa concerti, raccolta fondi, sperimentazione di musica in ospedale, incontri di studio. Come quello che si terrà a Roma il 2 e 3 aprile, Auditorium sala Petrassi, organizzato dall’Accademia con il Polo per la Salute della donna e del bambino del Gemelli. Due giorni in cui la Federazione italiana di musicoterapia si confronterà con la psicologia clinica, l’oncologia e gli spartiti.
ORCHESTRA E CORO
Il primo passo. L’Accademia di Santa Cecilia, con orchestra e coro, e il maestro Antonio Pappano hanno aderito al progetto con tre concerti in programma all’Auditorium il 2-3-4 aprile: “Sinfonia di Salmi” di Stravinskij, “Sinfonia n.5” di Cajkovskij e “L’aurora probabilmente” del compositore contemporaneo Riccardo Panfili. L’incasso della vendita dei biglietti della Galleria 8 delle tre serate sarà devoluta alla Komen e a due borse di studio(www.santacecilia.it/komenitalia per l’acquisto).
«Così – spiega Riccardo Masetti direttore del Centro di senologia della Cattolica e presidente Komen Italia – potremo aggiungere alle nostre terapie oncologiche anche quella della musica. Da tempo, oltre al percorso di cura personalizzato per ogni donna, utilizziamo altri tipi di esperienze come l’agopuntura, lo yoga, il tai chi e la riflessologia. Esperienze che non sono validate scientificamente come tutte le altre cure ma che, sappiamo, riescono a migliorare la vita dei pazienti seguiti secondo i protocolli validati. Ci mancava la musica».
LE TESTIMONIAL
Sentiva soprattutto brani italiani e cantava con la cuffietta nelle orecchie Rosanna Banfi, qualche anno fa colpita da tumore al seno, oggi madrina delle “Donne in rosa” dell’associazione: «La musica, in molti casi, riesce a riportarti con il pensiero e le emozioni ai momenti prima della malattia. A ricongiungere due “pezzi” di vita che il male divide». La sostiene e la abbraccia Maria Grazia Cucinotta da quindici anni testimonial della Komen.
L’ACCETTAZIONE
«Va sentita buona musica – esorta il sovrintendente di Santa Cecilia Michele Dall’Ongaro – evitate quei brani sgraziati e assordanti che possono anche far male e regalare un’eccessiva eccitazione. È momento di scegliere bene quando si è malati, solo così si può prendere il meglio da ogni tipo di composizione. In molti casi si lavora permettendo ai pazienti di suonare, e anche in questi casi gli effetti sull’accettazione della malattia e delle cure sono stati di grande soddisfazione sia per i medici che per il musicoterapeuta».