Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  marzo 22 Martedì calendario

«Nessun convegno su di me per dieci anni» ha chiesto Umberto Eco prima di morire

I suoi allievi, che nel trigesimo della sua scomparsa si erano riuniti a Bologna per promuovere una giornata internazionale di studi in suo onore, sono rimasti spiazzati: «Nessun convegno su di me per dieci anni». Parola di Umberto Eco. È il suo testamento, reso noto alla famiglia venerdì scorso. Le disposizioni date alla moglie Renate e ai figli includono quella di «non promuovere o autorizzare convegni su di lui per dieci anni». L’ultimo “scherzo” del maestro. «Idea geniale: capisco il senso di questa scelta, è giusta e la rispetteremo», commenta Patrizia Violi, che ha ereditato la guida della Scuola superiore di studi umanistici fondata da Eco. Anche l’amico di una vita Danko Singer non si scompone: «Lui non voleva il culto della personalità, la rincorsa postuma e infinita a quello che ha fatto e che ha detto. Per chi lo conosce non c’è da stupirsi». È stato previsto, informa la famiglia, un comitato scientifico composto dai familiari e da membri esterni, per valutare l’utilizzo di note e eventuali scritti inediti secondo vari criteri. Sulle pubblicazioni e sui relativi diritti tutte le decisioni saranno degli eredi. «Non sono state date altre indicazioni in tal senso», concludono i familiari.