ItaliaOggi, 22 marzo 2016
Siamo arrivati ai piani alti del Ceo Capitalism, la cartolarizzazione del gioco delle tre carte
Da quando faccio il mestiere dell’analista mi capita raramente di non sentirmi indipendente di fronte ai temi che affronto, al contempo mi sento sempre garante verso i lettori delle verità che cerco di scoprire. C’è però un’area culturale, un triangolo, i cui vertici sono Silicon Valley, Wall Street, la City, dove avvengano le peggiori turpitudini dell’oggi, eppure molti non solo non le colgono, anzi, ne parlano con entusiasmo. Tra queste c’è un modello, i colti lo chiamano «disintermediazione». Posizionato tra il lusco e il brusco, si fonda su un gioco di parole che si fa gioco delle tre carte. Quando scrivo di questo modello temo di perdere l’aplomb che un giornalista deve ai lettori.
Il più noto è UberPop. Per usare il loro linguaggio, «disintermedia» il rapporto tra cliente e tassista, dopo aver disintermediato la legge, grazie a una feroce lobbying verso fragili politici e funzionari, per inserire un terzo soggetto (lui stesso) nella catena del valore. Costruisce così un curioso conto economico: lui fissa il suo profitto (20% netto) lasciando agli altri attori la totale libertà di dividersi costi e perdite, cioè intermedia la disintermediazione. Mi fermo, su Uber ho già scritto tanto, nel Paese ove vivo, il più liberale al mondo, UberPop è vietato. In Italia, sto con Renzi: meglio imbarcare 100 Verdini che un Kalanick.
Sull’onda del grande successo di Uber, sono state inventate altre App, per esempio quella che in America chiamavano «Uber dei prestiti». Cito le due più importanti: Lending Club, quotata al Nasdaq a fine 2014, in un tripudio di abbracci stile Padrino, e Prosper Marketplace che Forbes considera oggi una delle più promettenti aziende americane. Quale la business idea? Mettere in contatto chi ha bisogno di prestiti e chi è disposto a darli, attraverso una piattaforma peer-to-peer. I ruoli sono chiari: uno riceve dei quattrini da colui che è disposto a imprestarglieli, e Lending Club piuttosto che Prosper, incamerano la commissione (folle), lasciando i rischi a colui che li presta. In Garfagnana, nel dopoguerra, una vecchia contadina, con la sua piattaforma peer-to-peer metteva in contatto giovani soli, maschi e femmine. A differenza di costoro, lei garantiva, grazie a un suo algoritmo da focolare, sia la verginità della sposa (il lenzuolo avrebbe riportato l’impronta), sia uno sposo sifilide free. Un’idea, perché Draghi, Visco e Soci non impongono un certificato syphilis free a tutti i prodotti finanziari emessi?
Il successo di Lending Club fu immediato, ingresso di nuovi soci prestigiosi, un nome su tutti, il mitico Larry Summers, ministro del Tesoro di Clinton, capitalizzazione superiore ai 10 miliardi $ (paragonabile ai 60 di Uber), quotazione schizzata a 21 $. Poi, improvvisa, la crisi, capitalizzazione affondata a 3 miliardi, il titolo a 6 $. Un disastro cosmico, nel silenzio dei media (lobbyizzati?). Le analisi si fanno frenetiche, infine si scopre l’arcano: i crediti si stanno deteriorando (Etruria in California?), l’algoritmo che avrebbe dovuto dare il rating a queste società chissà cosa avrà combinato (tanto gli algoritmi non vanno in galera), i creditori iniziano a non pagare. Nella storia del mondo è sempre successo che i debitori non paghino, ma curiosamente oggi, dicono, questi debiti hanno un potere «virale» sconosciuto ai prestiti bancari: i privati non prestano denaro raccolto, ma i loro risparmi. Comunque, riconosciamolo, intermediare la disintermediazione è una genialata.
Ecco la chicca finale di questo mondo magico. Il terrorista di San Bernardino, Syed Farook, attraverso il peer-to-peer di Prosper Marketplace ebbe un prestito di 28.500 $ (ci ha comprato le armi, l’iPhone 5C a prova di FBI, la logistica per l’attentato; etc.). Credete forse che dopo la strage il suo credito da deteriorato si sia fatto marcio? No, il debito di Farook, comprato da una Banca, è subito scomparso nelle viscere di una cartolarizzazione (del porco nulla si butta).
Siamo arrivati ai piani alti del Ceo Capitalism, la «cartolarizzazione del gioco delle tre carte» (copyright).
PS. Mi resta solo un sogno a cui aggrapparmi: i miei quattro nipoti magistrati incorruttibili.