La Stampa, 22 marzo 2016
Troppa fretta, Matterella frena Renzi sulle nomine dei vertici militari e dei servizi
Per il momento, abbiamo «solo» un nuovo Capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare. Su indicazione di Roberta Pinotti, il consiglio dei ministri ha deliberato l’avvicendamento tra i generali Pasquale Preziosa e Enzo Vecciarelli, attuale Sottocapo di stato maggiore della Difesa. Una nomina giunta in extremis, dato che ieri il generale Preziosa compiva gli anni e di fatto era in pensione. Di questi tempi, però, con la crisi libica aperta, lasciare l’Arma azzurra senza un comandante sarebbe stato inimmaginabile. E anzi il ritardo nella decisione ha suscitato più di un malumore a cui avevano dato voce gli ex Capi di stato maggiore dell’Aeronautica, da Leonardo Tricarico («Pura sciatteria»), a Vincenzo Camporini («Mai si è arrivato tanto tardi, qualcuno evidentemente si era distratto...»), a Mario Arpino («Un atteggiamento burocratico che le forze armate non si meritano»).
A guidare i piloti militari, che potrebbero trovarsi catapultati di nuovo in scenari di guerra, dalla Libia all’Iraq, arriva dunque Vecciarelli, un pilota di prim’ordine, 2400 ore di volo spese soprattutto sul mitico F104. Resta al suo posto, invece, un generale che era accreditato di simpatie renziane in quanto consigliere militare del premier dal maggio 2014 a ottobre 2015, l’attuale segretario generale della Difesa e direttore Armamenti, Carlo Magrassi, già capo di gabinetto di Roberta Pinotti.
Altro finora non è stato deciso. E forse non è stato ininfluente l’incontro di ieri mattina tra il Presidente della Repubblica, reduce da un viaggio di sette giorni nel cuore dell’Africa, e Matteo Renzi. Un giro d’orizzonte a 360 gradi nel corso del quale il Presidente avrebbe teorizzato prudenza e metodo istituzionale, senza fughe in avanti, in particolare sulle nomine negli apparati. Molte, infatti, sono le decisioni da prendere di qui all’estate. Ci sono in ballo incarichi di grande importanza quale il nuovo Capo della polizia, il comandante generale della Guardia di Finanza, il direttore del servizio segreto interno, l’Aisi, il direttore del Dis, il «cervello» degli 007, dove è in scadenza il mandato per l’ambasciatore Giampiero Massolo, il nuovo Capo di stato maggiore della Marina.
Questione non ultima, poi, si ragiona ai piani alti delle istituzioni su quale architettura legislativa debba avere la cybersecurity italiana e se sia il caso di affidarla al manager Marco Carrai, grande amico del premier e imprenditore del settore. Ancora non è deciso se dovrà essere un ufficio incardinato nel Dis oppure un’agenzia ad hoc. Nel qual caso difficilmente andrebbe a guidarla Carrai, sotto attacco da parte dei «nemici» del premier, esposto a critiche per conflitto di interesse e troppe cointeressenze con soci stranieri. Lui stesso, a quel che si dice, sarebbe poco interessato a farsi «ingessare» in un ruolo che non gli è congeniale e preferirebbe un ruolo di consulente. Carrai, infatti, ama restare dietro le quinte, dove pure non esita a esercitare influenza.
Se qualcuno s’attendeva un gran risiko di nomine, insomma, un fuoco d’artificio a totale trazione renziana, resterà deluso. Il metodo, per quel che si capisce dopo i colloqui al Quirinale, sarà diverso. Si procederà un passo alla volta, soppesando le qualità dei candidati, e quando si arriverà a scadenza naturale, ecco che la casella verrà riempita. Le uniche due nomine che probabilmente verranno insieme saranno la guida dell’Aisi e della Guardia di Finanza. Non è un mistero, infatti, che ci sia un generale della Finanza, Vincenzo Delle Femmine, da circa un anno vicedirettore dell’Aisi, che è in corsa per entrambe le caselle.