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 2016  marzo 22 Martedì calendario

A Palermo c’è più traffico che a Pechino. Nella città più congestionata d’Italia gli automobilisti passano sei giorni l’anno intrappolati in macchina. Seguono Roma, Messina, Napoli e Milano

Sei giorni interi intrappolati in auto. Senza mai scendere dall’abitacolo. Magari imprecando nel caos assordante di clacson e sirene che suonano all’impazzata. No, non è la trama di un film horror ma la vita «rubata» in media agli automobilisti pendolari di Palermo: la città più congestionata d’Italia. Il primato va al capoluogo siciliano perché nell’arco della giornata si impiega il 41 per cento di tempo in più per percorrere un tratto di strada trafficato rispetto al tempo che occorrerebbe in una situazione regolare. Numeri che collocano la città al quarto posto in Europa e al decimo nel mondo battendo anche Pechino e Parigi.
«Siamo stati penalizzati dai cantieri per realizzare opere come il tram o il passante – spiega Giusto Catania, assessore cittadino alla mobilità – che, però, cambieranno volto alla città insieme alla Ztl, al bike e car sharing ma è vero che si usa troppo l’auto».
Dietro Palermo, in Italia, si piazzano Roma (38%), Messina (35%) e Napoli (31%). Più virtuose sono Milano (29%), scesa dal terzo al quinto posto, e Genova che è uscita dalla top ten dove, invece, ci sono Catania (26%), Bari (25%), Bologna, Firenze e Torino (tutte al 23%).
È la classifica stilata dal TomTom Index 2016 che il Corriere della Sera ha visionato in anteprima. Questo rapporto annuale somma 14 trilioni di dati anonimi trasmessi dai navigatori Gps alla casa madre che poi li elabora. L’analisi si basa così sul rilevamento dati di percorrenza reali misurati su tutti i tipi di assi viari di 295 aree urbane sparse in 38 Paesi. Dalla fotografia mondiale emerge che il primato di area urbana più congestionata è detenuto da Città del Messico. Seguono Bang-kok e la città polacca di Łodz.
In generale, dal 2008 a oggi, il tasso di congestione del traffico è salito del 13%. In Europa è cresciuto di due punti mentre in Italia è sceso del 7%.
«Il rapporto vuole aiutare automobilisti, aziende e amministrazioni pubbliche – spiega Luca Tammaccaro, vicepresidente TomTom Italia – a pianificare al meglio gli spostamenti evitando gli ingorghi perché contiene sia i dati delle aree urbane sia di quelli extraurbani».
Ritornando all’Italia, dal dossier si possono ricavare chicche utili per gli automobilisti. A Roma, i giorni peggiori per guidare sono mercoledì mattina e giovedì sera (i migliori sono venerdì mattina e lunedì sera). La sorpresa è Milano che, nell’anno di Expo, ha migliorato la sua classifica. Il ritardo medio nell’ora di punta si è ridotto da 34 a 33 minuti e si sono perse in coda 128 ore. Il lunedì mattina e il venerdì pomeriggio sono i giorni più adatti per mettersi al volante.
Consigli da non sottovalutare perché le file, per Confcommercio, sono una «tassa logistica» da 11 miliardi l’anno.
«Potrebbe essere addirittura una stima al ribasso – spiega Oliviero Baccelli, coordinatore del master in economia e management dei trasporti dell’Università Bocconi di Milano – perché le code pesano moltissimo sia sulle tasche dei privati sia delle aziende per via dello spreco inutile di benzina, di ore di lavoro dei dipendenti e di opportunità mancate di affari». Inoltre, secondo le cifre fornite dall’associazione dei commercianti, la velocità media del traffico italiano è Settecentesca: 15 km/h. Va ancora peggio nelle ore di punta in città: 7 km/h. «Così si penalizza pure la competitività delle aziende di trasporto pubblico – conclude Baccelli – e in più se le emissioni schizzano in alto si aumenta il rischio di malattie per i cittadini e salgono di molto i costi sanitari».
Eppure, conclude Confcommercio, basterebbe una riduzione del 10% dei tempi e dei costi medi di trasporto per avere un aumento dello 0,7% del Prodotto interno lordo.