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 2016  marzo 22 Martedì calendario

La ragazza sul treno presa a martellate per un cellulare e 15 euro

Tutto in pochi istanti. Le nove di sabato sera. Una ragazza di 22 anni, studentessa universitaria, seduta tranquilla sul treno regionale che da Treviglio la sta portando a Milano, per una serata di svago. Neanche il tempo di capire. Presa alle spalle. Il primo colpo, seguito da altri, sferratole senza esitazioni sulla testa. La mano per proteggersi, il sangue, terrore e incredulità, ma anche la forza di alzarsi e chiedere aiuto. È in prognosi riservata, la giovane Sara Arnoldi di Ciserano (Bergamo), ma fortunatamente non versa in pericolo di vita. Ieri mattina, i medici del San Raffaele l’hanno sottoposta ad intervento chirurgico per ridurle la frattura alla teca cranica procuratale da un pregiudicato che l’ha aggredita a scopo di rapina con un martello frangivetro, di quelli in dotazione sui treni per rompere i finestrini in caso di emergenza. Un oggetto che può facilmente trasformarsi in un’arma micidiale.
E mentre ieri il padre della ragazza assisteva la figlia nel decorso postoperatorio, sulla notizia si allungava già l’inevitabile coda di polemiche sulla sicurezza. L’uomo catturato dai carabinieri qualche ora dopo il fatto (e raggiunto da un provvedimento di fermo in attesa di convalida emesso dal pm Bruna Albertini), è un 32enne romeno, con precedenti per reati violenti, che la scorsa estate era stato accompagnato alla frontiera, con l’ordine di lasciare il Paese.
Sabato sera, invece, le telecamere della stazione di Treviglio, la stessa in cui si trovava la studentessa bergamasca, lo hanno filmato mentre saliva sul convoglio, vestito di scuro e con un cappellino giallo calato sulla testa. Una volta in prossimità della prima fermata, a Cassano D’Adda, nel milanese, è avvenuta la rapina. Tanto violenta (la 22enne ha avuto anche una mano rotta) quanto modesta nel bottino, consistito alla fine nella borsa della giovane, il telefonino e il portafogli con 15 euro.
La vittima non ha mai perso conoscenza. Scesa dal convoglio si è rivolta al capotreno, che ha chiamato i carabinieri. I militari, nel breve tragitto che collega la stazione ad un’area dismessa, hanno trovato gli oggetti della 22enne, il suo documento, e la cover del cellulare. Buttato tra i rovi, invece, lo stesso cappello giallo che l’uomo indossava a Treviglio. «Non mi sono mai mosso di qui», sono state le prime parole del sospettato, trovato all’interno dello stabile in disuso. La parola spetta alla magistratura, ma la vicenda intanto ha alzato un polverone.
«Una beffa – l’ha definita l’assessore regionale lombardo alla Mobilità Alessandro Sorte (Forza Italia)—, i delinquenti spediti al loro paese dalla porta, rientrano dalla finestra; Stato e Governo sono assenti». La Lega Nord, che governa in Lombardia, ha annunciato un’interrogazione per chiedere al ministro dell’Interno Angelino Alfano, come mai il romeno fosse ancora in Italia; secondo il deputato Paolo Grimoldi, della Lega, quanto successo è «inaccettabile». Da qui l’interrogazione ad Alfano, anche «per ribadirgli che in Lombardia servono più uomini, più risorse e più mezzi per sorvegliare il territorio». Secondo Stefano Buffagni, capogruppo M5S al Pirellone, è invece proprio il «pressapochismo leghista che ha ottenuto fin qui meno controlli, più burocrazia», anche se «le colpe sono anche di Renzi, che si occupa di sicurezza delle banche e non dei cittadini». L’ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato (FdI-AN) propone l’introduzione di «guardie armate sui treni», mentre nel Pd il segretario e consigliere regionale Alessandro Alfieri dice «no a provvedimenti tampone o spot come quelli della Lega».