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 2016  marzo 21 Lunedì calendario

La giornata magica di Tamberi, dalla rasatura a metà al tweet di Fiorello

C’è un pre, un durante e un dopo gara. Quelli di Tamberi sono tutti intensi. E se il «durante» avviene sotto gli occhi delle telecamere, il resto va vissuto dal... vivo.
Il rituale del taglio della barba (mezza barba) non può mancare: comincia mezzora prima di lasciare l’albergo. La porta del bagno rigorosamente chiusa («Nemmeno andasse a fuoco l’hotel, mi muoverei da lì»), le note di «Tremor» di Martin Garrix a palla in uscita da una cassa 25x30 e via di taglio. Poi, per andare all’Oregon Convention Center, tutti sul Max, la metropolitana leggera di Portland. Gimbo, scortato dal papà e da un paio di dirigenti Fidal, è teso, pallido, silenzioso. Un quarto d’ora in mezzo alla folla del sabato pomeriggio, attraversando il Willamette River, alcune fermate e si è arrivati. L’azzurro, poco prima, ha postato un video di se stesso: «Il cervello pone dei limiti – dice – per realizzare i propri sogni, occorre superarli, cancellando e riassettando tutto». Evidentemente, entrando in pedana, là a fianco dell’arrivo dei 60, 50’ prima del via, è quel che fa. Gianmarco, un asciugamano bianco steso davanti alla «sua» panchina, si fa subito notare: sopra la divisa ufficiale indossa calzoncini da basket lunghi fino alle ginocchia. E comincia un personalissimo show: dà il cinque a tutti, parla col pubblico manco fosse ad Ancona (tra i 7173 spettatori da esaurito, c’è anche il leggendario Dick Fosbury), abbraccia avversari e atleti in gara di altre specialità. Poi, insieme ai «colleghi», sparisce. Al ritorno è show: ognuno dei dodici partecipanti è presentato dallo speaker, scende da una passerella tra ali di fumo e arriva in campo. Gimbo, per ringraziare dell’attenzione, fa un salto mortale all’indietro da fermo.
L’azzurro, dopo l’ultimo salto, è un vulcano in eruzione. Corre al suo «angolo» e si commuove. È Alessia Trost a passargli il tricolore. Non lo mollerà più. In zona mista è conteso. Se la cava alla grande, con un buon inglese e quell’esuberanza tutta sua che conquista. Anche in conferenza stampa ufficiale, dove sul tavolo stende la bandiera. Il primo a rintracciarlo telefonicamente è il presidente federale Alfio Giomi: «Dovresti dormire, a quest’ora!», gli fa lui. Arrivano tweet da Matteo Renzi e da Fiorello («Sempre più in alto», citando Mike Bongiorno). Solo i contatti con Chiara, la fidanzata, sono difficili. Poi lo portano in zona-riscaldamento e da lì in centro, alla Pioneer Courthouse Square, per la premiazione aperta al pubblico. L’inno è dal vivo, Gimbo lo canta a occhi chiusi. Con la commozione stampata in faccia. Il resto è una notte di festa.