la Repubblica, 20 marzo 2016
Le amministrative romane o meglio un casino memorabile
Alle imminenti amministrative romane bisogna riconoscere il merito, indiscutibile, di essere imprevedibili sia nei presupposti (lo scatafascio in Campidoglio, le inchiestone, i processoni) sia nello svolgimento. In termini semplici: si tratta di un casino memorabile, con candidati a grappoli, destra spappolata, sinistra sinistrata, grillini favoriti ma sospettosi di trappolone («c’è un piano per farci vincere e dimostrare che siamo incapaci di governare»: politicamente parlando, è la battuta del secolo) e con una candidata davvero anomala per essere una cinquestelle: le sfugge, a tratti, addirittura un sorriso. Se Casaleggio se ne accorge, la fa cazziare dai suoi pretoriani online.
Direbbe un cronista sportivo che è un campionato appassionante, perché fino all’ultimo nessuno può dire come andrà a finire. Nella ricca aneddotica, da aggiornare di ora in ora, fa spicco lo scontro tra camerati, Casa Pound contro Meloni, uniti dalla dizione ma separati dalla linea politica. Meloni, che poveretta è costretta a piacere ai moderati, è accusata di badoglismo, ovvero di tradimento della camicia nera. Uno molto cazzuto la accusa di essere solo «borghesia patrimoniale improduttiva». Lei che è della Garbatella…