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 2016  marzo 20 Domenica calendario

Mauro Corona, lo scrittore alpinista, fa sapere che non si lava quasi mai e che indossa le stesse mutande per una settimana intera, ma «quel pezzettino lì lo tengo a posto, non si sa mai»

A noi Mauro Corona piaceva quando era una leggenda, quando gli sorridevano i monti e le caprette gli facevano ciao. Scrittore, scultore, alpinista. Diceva: «Io sono come le corna delle lumache. Che escono per guardare, spiare. Ma, appena le tocchi, si ritirano». Un uomo schivo. Nei suoi primi libri si occupava di martore, cani e camosci, di cuculi e di un corvo. Bandana in testa, una semplice maglietta, ai piedi scarponi di cuoio. Poi è arrivata la fama e Corona non ha resistito: indimenticabili le sue apparizioni nel salotto di Daria Bignardi. Adesso, a Raitre, potrebbe essere di casa. Anche se…
Alla Zanzara ha dichiarato di non amare troppo l’acqua: «Quando esagero faccio una doccia al mese, adesso però sto per completare il secondo mese senza farne nemmeno una. Ma non disturbo nessuno, vivo da solo, i miei cani mi sopportano». Ha poi aggiunto: «Sono come una chioccia che cova la sua sporcizia. Non ho rapporti con nessuno, vivo da solo, posso stare anche così. E quando mi faccio la doccia, sto pochissimo sotto l’acqua. Mi lavo quel pezzettino lì, perché non si sa mai. Quella zona lì la tengo a posto». Le mutande le indossa per un’intera settimana, a volte qualche giorno in più. Me la vedo la Bignardi che lo intervista turandosi il naso! Jean-Jacques Rousseau, che pur elogiava la natura come depositaria di tutte le qualità positive e buone, diceva che l’igiene più che una scienza è una virtù.