ItaliaOggi, 18 marzo 2016
Quando il declino è molto più interessante dell’ascesa. Lettera a Berlusconi
Caro dottor Berlusconi, da quando, anni fa, è iniziato il suo declino, le ho scritto più volte dalle pagine di ItaliaOggi. Erano affettuosi inviti a uscire da leader, quale lei è stato. Ogni volta premettevo che solo nel ’94 avevo votato per lei, con lo stesso approccio col quale molti americani perbene oggi votano per Trump, alla faccia delle élite. Le spiegai che mai fui «berlusconiano», ma neppure «antiberlusconiano». Oggi molti «berlusconiani» sono diventati «renziani», altri voteranno per lui nel buio delle urne, mentre gli «antiberlusconiani» si sono spaccati, parte son diventati «renziani», parte sono confluiti negli «antirenziani». Noi uomini liberi, perbene, siamo rimasti i soliti quattro gatti di prima, personalmente ne sono felice, non amo la ressa. Come cittadino invece sono affranto per l’Italia, ma ho fiducia nei giovani e in quelli che tacciono (sono tanti).
Come studioso della leadership, da qualche tempo sono meno interessato a come i leader arrivano al potere, a come lo gestiscono, preferisco focalizzarmi su come il potere lo perdono e come si configura il loro declino, strategico e umano. Si è leader solo se da leader si gestiscono tutte e tre le fasi della vita. Che altro è la vita professionale se non la traiettoria di un aereo? Decollo, crociera, atterraggio. Come noto, il maggior numero di incidenti avviene nell’atterraggio.
I grandi leader, caro dottor Berlusconi, un giorno, d’improvviso, si tolgono la tuta e non volano più (ricorda la signora Thatcher?). Lei invece continua a rimandare. Mi creda, sbaglia. Alcuni anni fa lei ha cambiato look pensando di ringiovanire. Da un tranquillizzante «Caraceni d’antan» si palesò in un «giovin signore Armani», forse senza sapere che Armani ritiene l’eccentricità del look un percorso di «alleggerimento progressivo». Un format che non le appartiene più.
Mi sfugge perché lei non abbia proseguito nell’alveo del Patto del Nazareno, propedeutico al Partito della Nazione. Confalonieri, Letta, Doris, i suoi figli, i suoi consigliori più colti, avevano fatto un lavoro eccellente come sherpa, la «roba» era al sicuro, certo la governance toccava al giovane lupo alfa. Ero sicuro che se ne sarebbe fatta una ragione, invece ha voluto alzare la posta, il suo era un bluff, il lupo alfa l’ha scoperto. Possibile che una vecchia volpe come lei non abbia capito che lo schema nel quale ha trascorso la vita, «Destra-Sinistra» è ormai morto, oggi lo scontro è altro: Potere versus Antagonisti, ovvero Adulti versus Giovani&Vecchi. E lei non può che stare col Potere. Si studi le Primarie americane, il vero laboratorio politico oggi è quello, arrivato sul baratro, il mondo occidentale sta cercando di cambiare verso, molti non lo capiscono.
Come diceva su ItaliaOggi Tino Oldani, riprendendo analisi di Carlo Cottarelli e di Noam Chomsky (due intellettualmente molto lontani, ma, stante il contesto, oggi sto con entrambi), i problemi strutturali dell’economia occidentale sono dovuti in gran parte alla distribuzione del reddito avvenuta negli ultimi 20 anni. È arrivato il Ceo Capitalism, è iniziata la fine della classe media, si stanno palesando individui arrabbiati, frustrati, disperati. Un virus arrivato anche in Italia. Caro Cavaliere, questi erano i suoi elettori, un tempo lei aveva il know how intellettuale e il linguaggio acconcio per costoro, ora temo non più, il burlesque non è compatibile con una lotta mortale di sopravvivenza.
Tutti ormai hanno capito che con Italicum la partita si gioca al secondo turno, e a quello si preparano Salvini e Meloni. Non hanno nulla di personale contro di lei, vogliono solo rottamarla, forse a sua insaputa lei ha tradito. Certo, lo fanno per sopravvivere, e al ballottaggio «pesare» i loro voti, offrirli al M5S, e farli vincere, almeno a Roma. Sono post ideologici, esattamente come quelli del Partito della Nazione o le felpe californiane, il mondo va in quella direzione. Persino la Sinistra lo sta capendo, presto ci arriverà anche la minoranza dem.
Le élite del Partito della Nazione, pur di mantenere il potere, con Italicum hanno scelto lo scontro stile OK Corral, gli Antagonisti (Destra, Lega, Sinistra, M5S) non hanno altra alternativa che unirsi al ballottaggio. Buttano le ideologie alle ortiche, sono costretti a una strategia obbligata, ispirati al mitico «No, no, no» della signora Thatcher.
Dottor Berlusconi, esca da questa partita, si goda in poltrona lo spettacolo di questo imperdibile OK Corral. Alla nostra età, mi creda, il burlesque è sociologico.