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 2016  marzo 18 Venerdì calendario

Peccato per Patrizia Bedori, ci avrebbe potuto regalare una serie notevole di frasi memorabili

Questa settimana Patrizia Bedori, che era candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle a Milano, ha rinunciato alla candidatura e io, devo dire, ci sono rimasto un po’ male. La prima volta che l’avevo sentita parlare, quattro mesi fa, alla presentazione dei candidati a sindaco di Milano del MoVimento 5 Stelle, lei era l’unica donna e, quando è arrivata sul palco e l’applaudivano in molti, lei ha detto: «Essendo l’unica donna, ovviamente ho la clap». E io avevo pensato che Patrizia Bedori era una che, nella sua carriera politica, avrebbe costruito una serie notevole di frasi memorabili.
E l’altro giorno, quando ho saputo che la sua carriera politica era già praticamente quasi finita, sono andato su Youtube a cercare le sue interviste e ho trovato un’intervista in cui lei criticava Sala, il candidato sindaco del centrosinistra, e un giornalista, Stefano Zurlo, le faceva notare che lei, diversamente da Sala, era stata eletta a candidato sindaco di Milano da un numero infimo di elettori (74), e lei aveva risposto che questi pochi elettori erano elettori di qualità; cioè praticamente aveva risposto che i suoi 74 elettori, siccome erano di qualità, valevano di più dei 24.961 elettori che avevano votato Sala alla primarie del Pd. Cioè che ogni elettore del MoVimento 5 Stelle valeva almeno 338 elettori del Pd.
Sempre in quell’intervista, la Bedori ha detto che l’Expo è costata, per ogni visitatore, 750.000 euro. Siccome all’Expo sono andati 22 milioni di persone, il costo dell’Expo sarebbe di 16.500 miliardi di euro, che, se non mi sono sbagliato a fare i conti, è una cifra che equivale al Pil degli Usa e della Cina messi insieme; se fosse vero, avrebbe ragione, Patrizia Bedori, a lamentarsi di quello che è costato l’Expo, ma mi sembra più ragionevole pensare che un po’ di queste spese siano state sostenute da degli esponenti del MoVimento 5 Stelle, cioè che un po’ di questi euro siano euro di qualità, che valgono almeno 338 degli euro normali, e certi anche di più.
In un’altra intervista a Rete 4, alla domanda cosa l’avesse spinta a impegnarsi in politica, lei ha risposto che Milano aveva bisogno di facce nuove, pulite, e che lei era stata votata dalla cittadinanza attiva (e di qualità, aggiungo io) e che era «stata proclamata sindaco di Milano», che è un caso stranissimo e interessantissimo di qualcuno che viene proclamato sindaco (di qualità) prima ancora che ci siano le elezioni. E quando in quell’intervista le hanno chiesto come avrebbe scelto i suoi collaboratori, lei ha risposto: «Guardi, dal 15 novembre inizieremo a fare dei tavoli di lavoro per decidere il programma insieme ai cittadini, è già da un anno che lavoriamo insieme ai cittadini per scrivere il programma». Che anche questa, come frase, è un piccolo capolavoro di insensatezza che mi ha fatto pensare a una cosa che diceva lo scrittore americano Kurt Vonnegut e che è la cosa che mi viene in mente più spesso, quando penso alla politica: «C’è un tragico difetto nella nostra preziosa Costituzione», ha scritto Vonnegut, «e non so come vi si possa rimediare. È questo: solo gli scoppiati vogliono candidarsi alla presidenza», che è una cosa che credo valga per i candidati alla presidenza degli Usa, ma per gli attivisti del MoVimento 5 Stelle vale forse di più, 338 volte di più, se dovessi dire.