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 2016  marzo 18 Venerdì calendario

La Formula 1 e le nuove regole di Ecclestone per dare spettacolo. Era ora

A ventiquattr’ore dall’inizio del mondiale di Formula 1, più dell’eccitazione per l’avvio di una nuova stagione e persino più della voglia di riscatto degli sconfitti, la sensazione che domina incontrastata nel paddock, tra i piloti, gli ingegneri e persino tra i giornalisti, è un misto di confusione e di impotenza. Come se un enorme boh coprisse tutto, rendendo sfocati gli orizzonti, imprecise le curve, in salita i rettilinei. È il grande boh dei nuovi regolamenti.
Le persone “normali”, quelle cioè che vivono fuori dal paddock, quelle che vedono la F1 la domenica in tv, o leggono i resoconti sui siti o sui giornali, probabilmente non se ne sono nemmeno accorte. Ma da quest’anno cambieranno molte cose. Le principali sono: a) Il formato delle qualifiche. Si procederà a eliminazione, ogni novanta secondi verrà fatto fuori il più lento, fino al duello finale; b) La scelta della mescole (cioè delle gomme) non più due tipi per team a ogni gara, ma tre a pilota; c) la gestione dei dialoghi via radio tra team e piloti, i quali non potranno più essere teleguidati dall’ingegnere di pista ma dovranno scegliersi la strategia da soli, come si faceva un tempo.
Una piccola rivoluzione, si potrebbe essere indotti a pensare. E invece no. Perché, intervenendo su aspetti decisamente marginali dell’ormai cronica “crisi della F1”, questi cambiamenti regolamentari, otterranno il risultato paradossale di complicare il contorno dello spettacolo senza migliorarne di un grammo la sostanza, lo show, l’agonismo. Se domani avrà la fantasia di svegliarsi all’alba, lo spettatore assisterà comunque a qualifiche complicate e in larga parte noiose, proprio come un anno fa; continuerà a non capire nulla delle mescole, e a chiedersi per quale misterioso motivo nel 2016 una macchina non può fare tutta una gara con quattro ruote; e, infine, continuerà a non capire una parola dei dialoghi radio tra team e piloti. Nel frattempo, in pista continueranno a latitare sorpassi ed emozioni, a meno che non piova o non ci sia qualche incidente in partenza. Per capire quanto questa rivoluzione convinca poco anche gli stessi protagonisti, basta farsi due passi nel paddock e, magari, ascoltare Fernando Alonso: «Non voglio dire che prima era meglio… ma, insomma, vabbè diamo fiducia a queste novità». Oppure Nico Rosberg: «Di buono c’è che almeno noi piloti non saremo più dei muppets. Si tratta comunque di norme studiate per rendere imprevedibili i risultati, vale a dire per premiare colui che non necessariamente è il migliore». I più disperati di tutti, però, sono i commentatori televisivi. Le loro emittenti hanno comprato a caro prezzo da Ecclestone i diritti di trasmissione e quindi non possono essere del tutto sinceri. Dovranno spiegare con tono entusiasta, parole semplici e tempi televisivi (30 secondi) regole complicate se non insensate (come quella delle mescole). «E come si fa?», si chiede uno di loro rigirandosi tra le mani il comunicato della Fia che annuncia la rivoluzione. Fortuna che il meteo preannuncia pioggia per venerdì e sabato quando i piloti per la prima volta proveranno il nuovo formato di qualifica. Sotto l’acqua e con la pista bagnata, la confusione potrebbe trasformarsi uno spettacolo vero. O in un grande casino.