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 2016  marzo 18 Venerdì calendario

A proposito di Davigo che voleva rivoltare l’Italia come un calzino, o forse no

Il Fatto Quotidiano sta tirando la volata a Piercamillo Davigo come venturo presidente dell’Associazione magistrati: e Davigo dovrebbe sporgere querela, visti i destini già toccati ai magistrati sponsorizzati dal Fatto. Ma ai giornalisti Davigo è abituato. Anche alle querele – ne so qualcosa – e a una certa intransigenza: ricordo quando accettò di partecipare alla presentazione di un libro di Marco Travaglio a patto che fosse disdetto l’invito per me. Del resto Davigo è l’uomo che secondo i cronisti conservava le querele in una cartellina azzurra con scritto «Per una serena vecchiaia», nel senso della grana che ambiva ricavarne. Ma ha ragione ad avercela coi giornalisti: Davigo passerà alla storia per aver detto «rivolteremo l’Italia come un calzino» anche se quella frase non l’ha mai detta. Andò così: Giuliano Ferrara – un altro maledetto giornalista, anche se all’epoca era ministro – nel 1994 dichiarò: «Non è che ora, siccome qualcuno pagava le tangenti, possiamo rivoltare l’Italia come un calzino»; Davigo replicò: «In quale Paese un ministro accuserebbe i giudici che indagano sulle mazzette di voler rivoltare la nazione come un calzino?». Il calzino insomma era di Ferrara, ma quotidiani e agenzie lo attribuirono a Davigo, e smentite e querele non sono mai servite a nulla. Un librone storico, appena uscito, dipinge ancora Davigo come l’uomo che voleva rovesciare l’Italia come un calzino. Che l’avesse detto lui, per qualche ragione, continua a risultare credibile.