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 2016  marzo 18 Venerdì calendario

Pd, il partito che non prende posizione

Il Pd è a favore o contro la nuova autostrada in Maremma? A favore o contro le trivellazioni in Adriatico alla ricerca di idrocarburi? A favore o contro la gestione pubblica della rete idrica? L’impressione è che non sia né a favore né contro. Che voglia porsi in un ruolo di “arbitro” imparziale che lascia ad altri l’onere di combattere la partita, e mantiene per sé l’onore di dare poi concretezza “tecnica” al risultato. Perché alle parole preferisce i fatti.
Va bene. Si intende che la nouvelle vague renziana sia allergica alle zuffe ideologiche. Sia iper-pragmatica, e si concentri sul fare. Lo si può perfino apprezzare, visti e considerati i tempi e i risultati di precedenti dibattiti. Ma un partito, per essere un partito (la parola deriva da “pars”: parte) deve essere parte e deve prendere parte. Deve avere identità, e per averla deve prendere posizione. Deve dire dei sì e dei no (sulle unioni civili lo ha fatto). Deve rendersi amato e deve rendersi odiato. La baggianata del “partito della Nazione” (un ossimoro, come dire: una parte che crede di essere tutto, la rana che voleva essere bue) dovrebbe valere come deterrente. Chi vuole essere tutto, rischia di non essere più niente. Meglio accontentarsi di essere qualcosa.