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 2016  marzo 18 Venerdì calendario

Come sopravvivere all’incubo del cybercrimine

Ormai non è più un rischio remoto. La carta di credito clonata, il conto online perforato, gli hacker cattivi che si intrufolano tra le nostre finanze e ci mettono le manacce virtuali sopra. Ai tempi della moneta che si smaterializza e della banca che si gestisce via internet, il cybercrimine cresce a gran ritmo. Del 30 % tra 2014 e 2015, come rileva il rapporto del Clusit – associazione italiana per la sicurezza informatica – appena presentato al Security Summit di Milano. La buona notizia è che sopravvivere indenni si può. Con poche regole pratiche.
Regole base
«La prima norma è scegliere servizi finanziari che mandino una notifica via sms o email per ogni operazione. In modo da poter bloccare subito quelle che non abbiamo autorizzato noi – dice Claudio Telmon, tra gli esperti di punta del Clusit -. L’altra grande regola riguarda l’e-commerce: verificare sempre la reputazione del sito da cui si acquista. Anche a costo di spendere qualcosa in più, meglio optare per una piattaforma affidabile. Poi ci sono le regole base: proteggere tutti i dispositivi – smartphone compreso – con un antivirus, non aprire email e allegati sospetti, scegliere password avanzate».
Portafoglio digitale
A proposito di e-commerce. Oggi sono oltre 17 milioni gli italiani che fanno almeno un acquisto online ogni tre mesi. Ma a lungo il nostro Paese è stato molto in ritardo su questo fronte, proprio per la poca fiducia. Così da noi è molto elevato, più che altrove, il ricorso agli e-wallet: i portafogli tutti digitali come PayPal, da ricaricare con il conto bancario o la carta di credito. «Il nostro grande consiglio – spiega Angelo Meregalli, general manager di PayPal Italia – non può che essere questo: non usare la carta di credito direttamente online, ma associarla a un conto PayPal».
E-banking su misura
Nell’universo online non ci sono solo minacce per i nostri soldi. C’è anche la chiave per proteggerli. Sfruttando al meglio i servizi di e-banking, la possibilità di gestire carte e conti sul web o tramite app. «All’utente – dice Gianluca Martinuz, a capo della sicurezza informatica di FinecoBank – noi consigliamo di adattare servizi e opzioni alle proprie esigenze. Per esempio impostando limiti geografici o d’importo all’uso della carta online. O usando una carta per i pagamenti diretti e una diversa per l’e-commerce. Da parte nostra lo sforzo è mantenere elevato il livello di usabilità e non imporre soluzioni macchinose. E da inizio 2016 abbiamo avviato un programma di monitoraggio avanzato delle transazioni, che individua in automatico le operazioni non in linea col profilo del cliente».

Coprirsi bene

Certo, la vera sicurezza è anche un fatto di cultura digitale. Niente conta più di saper distinguere un’email dannosa da una normalissima. E anche qui: basta fissare nella mente pochi punti. «Quello più importante – dice Morten Lehn, direttore di Kasperky Lab Italia – è che nessuna banca o istituzione ci chiederà mai di scriverle in chiaro dati come il pin o il cvv2, stampato sul retro della carta. Ogni email che ce lo chieda può essere solo un tentativo di frode».