La Stampa, 18 marzo 2016
Pier Silvio Berlusconi jr e Confalonieri condannati a un anno e due mesi per frode fiscale
Un anno e due mesi di carcere. È questa la condanna comminata ieri dalla corte d’Appello di Milano nei confronti di Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, accusati di frode fiscale nell’ambito dell’affare Mediatrade e reduci da una assoluzione in primo grado. La faccenda riguarda la compravendita dei diritti televisivi all’estero, i cui prezzi – secondo i giudici – sarebbero stati artificiosamente gonfiati per permettere alle società del Biscione di truffare il pubblico erario. «È un sistema di frode che dura da vent’anni – aveva dichiarato nella requisitoria il pm Fabio De Pasquale -, un andazzo a cui Pier Silvio Berlusconi non riusciva a sottrarsi e che Fedele Confalonieri ha tollerato per anni». L’accusa aveva chiesto che Berlusconi Jr e Confalonieri – ossia il vicepresidente e il presidente di Mediaset – venissero condannati rispettivamente a tre anni e due mesi e tre anni e quattro mesi di carcere, ravvisando per gli anni 2006, 2007 e 2008 una frode da circa otto milioni di euro. L’ipotesi del pm è stata in parte ridimensionata dai giudici della corte, che hanno preso in considerazione solo gli eventi avvenuti nel 2007: per il 2006 è infatti già scattata la prescrizione, mentre i fatti relativi al 2008 «non sono più previsti dalla legge come reato». È stata confermata, invece, l’assoluzione per gli altri sei imputati, tra i quali spicca il nome del produttore americano Franck Agrama, presunto «socio occulto» del Biscione, già condannato definitivamente con Silvio Berlusconi nel 2013 nell’ambito del processo Mediaset, di cui Mediatrade rappresenta un filone. «È una sentenza incomprensibile – ha immediatamente dichiarato l’avvocato Niccolò Ghedini, legale di Pier Silvio Berlusconi -. Sono stati condannati Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, ma non gli altri imputati, e in particolare Agrama, cioè i loro presunti complici. Eravamo certi di una assoluzione, ma qui a Milano bisogna aspettarsi ormai di tutto». La corte ha stabilito la sospensione della pena e la non menzione. I reati si prescriveranno tra breve, «per fine mese», secondo il conteggio dell’avvocato Filippo Dinacci, che con Ghedini difende il figlio dell’ex premier.