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 2016  marzo 17 Giovedì calendario

Ma nei salotti vip dei manager milanesi preferiscono Sala o Parisi?

«No grazie, io non salgo sul predellino come Berlusconi», ribatte Beppe Sala, il condottiero dell’Expo ora candidato sindaco per il centrosinistra, agli ospiti del cocktail offerto in suo onore, martedì 14 marzo, da Franco e Sonia Tatò. Nell’affollato salone dagli alti soffitti, poiché non si udiva la sua voce, qualcuno gli aveva consigliato di montare sopra una panca. Silenzio. Non è tipo da riscaldare l’audience il bocconiano nato a Varedo in Brianza, sposato con Dorothy De Rubeis, affermata civilista e socia di una galleria d’arte, uomo anche dal fisico asciutto, vestito con un completo blu scuro alla Pirelli-style (il gruppo dove iniziò la carriera). Anzi. A sentir evocare il Cavaliere una signora ha un sussulto: ma questo Sala non è un moderato che piace anche a Confalonieri? Non sarà meglio votare il candidato di centrodestra, Stefano Parisi? «Sì, fai bene Sala a parlarci di Londra. Ma cosa pensi di fare per le donne», lo placca sul fronte opposto Sabina Ciuffini, grintosa fin dai tempi di Rischiatutto. In risposta ottiene una confusa frase sulle quote rose. «I candidati non ricordano che noi donne siamo la maggioranza degli elettori», sussurra Sabina.
Passano i camerieri con vassoi colmi di mini vol-au-vent e polentine mignon. Tra i tanti volti noti vedo gli imprenditori Franco Zoppas e Sergio Dompè, l’avvocato Alberto Saravalle, l’editore Luca Formenton, l’ex presidente dell’Eni Roberto Poli, il manager Carlo Clavarino, la principessa Bona Borromeo, Paola Ferrari De Benedetti e Franco Debenedetti e il finanziere Francesco Micheli che, per le primarie come per l’elezioni del 2011 ha aperto le sue case a tutti gli sfidanti. A Sergio Abravanel, il guru della meritocrazia, chiedo chi preferisce fra Sala, Parisi e Corrado Passera, i tre manager candidati. «Li conosco bene», risponde. «Tutti sono molto preparati. A Milano comunque vada siamo fortunati». Società liquida, politica transgender. «Volevo trasferirmi in Germania ma mi sono arreso a mia moglie, Sonia: lei preferisce Milano. Ha già la residenza e potrà quindi votare qui, io ho ancora casa a Roma e chi mai dovrei scegliere? Bertolaso? Figuriamoci. Meglio Virginia Raggi dei 5 stelle», dichiara Tatò, manager pugliese-lumbard di lungo corso e di severa fama: lo chiamavano «Kaiser Franz» ora, visti certi giovani emuli, molti lo rimpiangono. Perché avete fatto un cocktail per Sala? «L’ho conosciuto quando ero in Treccani. Mi è sembrato bravo e correttissimo. Inoltre il suo spin-doctor, Marco Pogliani, lavorava con me in Mondadori». Remember. È ora di cena quando chez Tatò arrivano i meglio manager della Mondadori, da Ernesto Mauri a Gian Arturo Ferrari. Ma voi che parte state? Risate. Ovvio, tramontata per harakiri l’era arancione di Pisapia e compagni, comunque vada ci sarà un uomo in blu. Magari di un blu alla De Michelis.
Romano, sposato con Anita Friedman (lady newyorchese portavoce di «Appuntamento a Gerusalemme», i viaggi per una informazione corretta su Israele) e padre di due figlie, Parisi è cresciuto nella sinistra lombardiana e ha lavorato per anni a Roma nel cuore del potere, al ministero del Lavoro con De Michelis, con Giuliano Amato e Ciampi a Palazzo Chigi poi in Confindustria per diventare, su indicazione di Francesco Micheli, ad di Fastweb. Successo&soldi. «Parisi sarebbe stato un ottimo candidato di Renzi! Lui ben sa che Milano non si governa se non hai dalla tua parte Roma», dice Micheli. «In poche settimane ha riaperto la partita. Gli altri litigano? Stefano oltre all’appoggio degli ex sindaci Albertini e Moratti ha costruito un eccellente e non subalterno rapporto con Salvini e con Maurizio Lupi di Ncd. Loro già correvano insieme, sono fanatici runner», dice Sergio Scapelli, direttore relazione esterne Fastweb, ex Pci milanese, gran amico di Parisi ma sostenitore di Sala.
Sabato scorso, al mercato di piazzale Lagosta, Parisi in regolare giacca e cravatta si è vantato: «Noi parliamo al popolo, il centrosinistra alle élite». Popolo? Oh, yes. Due giorni prima la coppia Parisi era la più omaggiata dai 200 ospiti del supertrend salotto (già quartier generale di Cefis) dell’amico commercialista, Roberto Spada. Allegra serata per il cantante israeliano Idan Raichel, Ornella Vanoni, l’ultrasexy Alba Parietti, Andrèe Shammah e i sempre invitati Mauri e Micheli. In agenda questo sabato al teatro Parenti la convention in color blu di Sala e al teatro Dal Verme quella di Parisi. Il vento cambia, chi andrà da chi? Tranquilli è solo la Milano in euforia post-Expo.