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 2016  marzo 15 Martedì calendario

Panchine che scricchiolano

Il bollettino della disperazione indica tempesta. L’ultimo capro espiatorio, Stefano Colantuono, è stato sacrificato ieri in quel di Udine per dare spazio a Luigi De Canio, esonerato a propria volta nelle due ultime esperienze al Genoa e al Catania. È a rischio anche quel galantuomo di Edy Reja a Bergamo (ultima spiaggia, la gara con il Bologna) e scricchiolii sinistri si sentono nei pressi di tante altre panchine non più solide come a inizio stagione, tempo di promesse. Non potendo autolicenziarsi (benché il maestro della defenestrazione coatta in corso d’opera, Maurizio Zamparini, minacci di farlo a ondate regolari) la tentazione dei presidenti è sempre la solita. Il taumaturgo da convocare al capezzale dell’ammalato per tentare una guarigione che suturi le ferite e permetta di non veder compromessa l’agibilità democratica dello stadio dove al padrone, quando tira una brutta aria, è impedito persino di sedersi. Ogni tanto il trapianto riesce.
Un po’ perché a orientare i destini sono i calciatori (se decidono di giocarti contro non c’è master a Coverciano che tenga) un po’ perché quando si è insieme da tanto tempo, basta una faccia nuova e – soprattutto – la necessità di trovare stipendio per l’anno successivo a far girare nuovamente le gambe. Nelle ultime giornate di campionato la lotta per rimanere in Serie A sembra aver cambiato di segno e le condannate certe dell’inverno (Frosinone, Carpi e Verona) potrebbero essere diverse in primavera. A 9 partite dalla conclusione, per la maglia nera sono in corsa tante squadre. Respirano le genovesi. Precipita il Torino atteso dal derby con la Juventus. Agonizza il neo Palermo di Novellino (dignitoso con il Napoli, ma servirà ben altro). Dopo, a verdetti acquisiti, si ricomincerà con il solito spettacolo. I burattini, loro malgrado, in panchina. I burattinai sulla poltrona dirigenziale, a muovere i fili maldestramente, rischiando di svelare la precarietà del teatrino.