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 2016  marzo 15 Martedì calendario

Dopo l’Averna, Campari vuole un Grand Marnier (ed è pronta a spendere un miliardo)

In nove anni da timoniere di Campari ne ha visti di dossier Bob Kunze-Concewitz. Molti ne ha trasformati in acquisizioni, come l’ultimo di Averna, nel 2014. Ma mai gli era capitato di traghettare Campari su un traguardo così importante, se non altro per la dimensione. Questa volta Campari, il gruppo fondato nel 1860, sarebbe pronta a fare un’offerta da 1 miliardo di euro su Grand Marnier, secondo Le Figaro, che ha confermato ieri in serata un’indiscrezione di Bloomberg. Niente di improvvisato, si tratterebbe di un’Opa amichevole già limata in tutti i dettagli visto che a quanto pare gli eredi di Jean-Baptiste Lapostolle e di Louis-Alexandre Marnier, che controllano la maggioranza del capitale di Grand Marnier e il 60% dei diritti di voto, avrebbero già accettato di cedere le loro quote al gruppo italiano. E lo farebbero anche strappando un bell’affare, visto che la transazione valorizza Grand Marnier oltre 1 miliardo di euro, cioè più del doppio della capitalizzazione di mercato pari a 426 milioni di euro prima della sospensione già in apertura alla Borsa di Parigi e dopo un rialzo del 17% accumulato nell’ultimo anno. Questo vuol dire che manca solo la firma? Per la verità l’indiscrezione era stata confermata ieri in mattinata da un portavo dei Grand Marnier, che tuttavia faceva riferimento solo a un accordo per le cessione della distribuzione a livello mondiale, più che di un’Opa amichevole. Bocche cucite invece al quartier generale di Campari, che per abitudine non commenta i rumors di mercato. Non è detto, però, che in assenza di un comunicato ufficiale non sia oggi la Consob a sollecitare una precisazione in merito.
LA TRATTATIVA
Grand Marnier è stata fondata nel 1827 da Jean-Baptiste Lapostolle, che aveva iniziato la produzione di una distilleria di liquori di frutta. Il suo cognac di punta è spesso usato per fare il cocktail Cosmopolitan, reso famoso nella serie tv Sex and the City dal personaggio Carrie Bradshaw e dalla cantante Madonna. La società genera circa 140 milioni di euro di vendite annuali, più della metà dei quali proviene dagli Stati Uniti. E oggi la distribuzione dei vini avviene attraverso il produttore di champagne Moet Hennessy, il distillatore inglese Diageo Plc e molte società indipendenti.
Il gruppo aveva dato mandato a Rothschild lo scorso novembre per esplorare diverse possibilità, compresa quella di una vendita. Solo quattro mesi le ipotesi di affare con Campari, un nome che era spuntato già nel 2014 tra i possibili acquirenti, accanto a Pernod Ricard, l’americana Brown Forman e al gruppo Bacardi. In pista a quanto pare anche le inglesi Diageo e William Grant. Senza nessun accordo però. Ora si vedrà.
Ieri intanto il titolo del gruppo italiano ha guadagnato il 5,03% a quota 8,35 euro. Ma dai minimi di fine agosto, Campari ha messo insieme un rialzo di oltre il 30%.