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 2016  marzo 15 Martedì calendario

Un documetario per non dimenticare Fukushima

Era l’11 marzo del 2011 quando un devastante terremoto ha colpito il Giappone, facendo tremare Tokyo e il resto del Paese. A breve distanza, un potente tsunami si è abbattuto sulle coste, con onde capaci di penetrare nell’entroterra per quasi sette chilometri, portando via con sé case, automobili, persone. Ma il peggio doveva ancora arrivare: una delle più grosse centrali nucleari del Paese (a dispetto della sua storia, il Giappone ha adottato l’energia atomica), quella di Fukushima Daiichi, viene danneggiata dal sisma e investita dallo tsunami.
Inizia una lunga emergenza, il mondo intero con il fiato sospeso a osservare lo stato dei reattori guastati, che minacciano la fusione del nocciolo con conseguenze disastrose per il Giappone e il pianeta, un incubo che ricorda il film Sogni di Kurosawa.
Tutto questo, a cinque anni di distanza, è stato raccontato dal bel documentario di SkyTg24 «Fukushima. A Nuclear Story», realizzato grazie alla testimonianza di Pio d’Emilia, un giornalista italiano che da più di trent’anni lavora in Giappone (venerdì, ore 21.00). Nei giorni immediatamente successivi alla tragedia, d’Emilia è stato uno dei pochissimi reporter a non abbandonare il Paese, spostandosi anzi con un pericoloso viaggio da Tokyo fino alla zona più a nord dove è collocata la centrale, evacuata nel raggio di 20 km dal sito atomico. Questo è giornalismo d’inchiesta!
D’Emilia ha attraversato uno scenario di devastazione post apocalittica per seguire da vicino l’evolversi della crisi che ha portato al riversamento di pesanti radiazioni nucleari nell’aria e nell’oceano. Ha così messo in luce le effettive responsabilità dietro la tragedia, non tutte da imputare alla catastrofe naturale, ma anche alla cattiva gestione umana della crisi. Il suo impressionante ritorno sul sito della centrale disastrata, anni dopo il sisma, ha mostrato quanto lunga sia ancora la strada per la ricostruzione.