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 2016  marzo 15 Martedì calendario

Una montagna di liquidità per Berlusconi

Un super-assegno da 60 milioni. Il 2016 inizia con una montagna di liquidità per Silvio Berlusconi. Mentre le Borse iniziavano il peggiore anno con Piazza Affari che crollava del 25%, a Villa San Martino, Berlusconi incassava un cospicuo assegno. A recapitarglielo le 4 casseforti (Holding Italiana Prima, Seconda, Terza e Ottava) con cui controlla il 60% della Fininvest. Per capirci: con quanto incassato, ci si potrebbe comprare, in Borsa, tutta la Piquadro (noto marchio di zaini e borse). Poco prima di Natale, la galassia di holding della famiglia (in tutto sono sette, prima erano 21) si sono riunite e hanno deciso di pagare una cedola. Anche negli anni bui della crisi, della maxi-tegola del Lodo Mondadori, della Fininvest tenuta a dieta (perchè a loro volta erano a dieta le controllate Mediaset e Mondadori), le 7 casseforti non hanno mai smesso di distribuire liquidità. Lo hanno fatto attingendo alle riserve per garantire all’ex Cavaliere e ai suoi figli un assegno costante. Nel 2015, invece, la svolta. Sono tornati i dividendi da Fininvest. Complessivamente, la galassia ha distribuito 77 milioni: la parte del leone l’ha fatta l’ex premier. In secondo piano nell’agone politico, dove ha tenuto banco per 20 anni, la nuova vita di Silvio riparte dunque dalla finanza. E precisamente dalla sua Fininvest, che l’anno scorso è ritornata in utile e oggi è lo snodo di diversi fronti caldi, dai libri di Rcs aVivendi e Telecom Italia.
Gran parte della cedola del 2015 è finita direttamente al Cavaliere in virtù del suo controllo assoluto sulla holding. Nel dettaglio le quattro società controllate da Silvio Berlusconi hanno generato un utile di 52,810 milioni di euro. Quanto basta per decidere di distribuire all’azionista l’intero risultato netto e pure una parte delle riserve distribuibili. E così la cedola complessiva si è attestata a 59,897 milioni di euro, dunque circa 7 milioni in più dei soli utili.Il risultato più sensibile è stato quello registrato dalla Holding Italiana Ottava, che detiene il 20,5% di Fininvest e ha partecipazioni anche in Immobiliare Dueville e Immobiliare Milanodue. La cassaforte ha chiuso il 2015 con utili netti per 17,7 milioni: questo ammontare, unito alla distribuzione di 2,3 milioni di riserve, ha permesso all’ex presidente del Consiglio di incassare, dalla sola Holding Ottava, una cedola da 19,9 milioni. La Holding Italiana Seconda, che possiede il 15,7% di Fininvest oltre a una partecipazione incrociata in Holding Italiana Terza, ha invece staccato un dividendo da 14,5 milioni costituito da 12,6 milioni di profitti netti 2015 e da 1,8 milioni di riserve. Infine, la Holding Prima ha segnato un utile di 16,147 milioni a fronte di un dividendo di 19,064 milioni e la Holding Terza ha distribuito 6,35 milioni, ovvero tutti i profitti. Anche il prossimo anno si preannuncia ricco ad Arcore. Fininvest ha infatti staccato un assegno da oltre 90 milioni di euro alla famiglia Berlusconi per il secondo anno consecutivo. Si tratta di un maxi dividendo «di metà esercizio», legato alla distribuzione di parte delle proprie riserve: se lo scorso anno, era ammontata a 81,5 milioni di euro, quest’anno la holding è stata più generosa.
Marina e Piersilvio
Padre e figli allineati. A Marina, la primogenita di casa Belrusconi e oggi presidente di Mondadori, la Holding Italiana Quarta, di sua proprietà, ha staccato una cedola da 7 milioni. Tutto l’utile del 2015. Più ricca, invece la cedola del fratello PierSilvio, che oggi è al vertice di Mediaset: la Holding Italiana Quinta ha staccato ben 10 milioni al suo azionista.
La seconda generazione
Destini separati per Barbara, Eleonora e Luigi Berlusconi. I tre figli avuti da Veronica Lario, e riuniti in una cassaforte unica (la Holding Italiana Quattordicesima), hanno separato le loro strade, contabili, dal resto della galassia. Per la holding, che controlla il 21% di Finvest (che diviso per i 3 fratelli fa il 7% ciascuno, come Marina e Piersilvio), il 2015 è stato anno di cambiamenti: ha spostato la storica residenza da Segrate, sede di Milano 2, comune a tutte le holding, in pieno centro a Milano (Via Borgonuovo) e ha posticipato la chiusura del bilancio al 31 dicembre, e non più al 30 settembre, come invece il resto della famiglia.