la Repubblica, 15 marzo 2016
Il problema di Luca Mercalli è che ormai lo sappiamo tutti che il mondo è inquinato
Quando parte l’esperimento sullo scorfano della California il più è fatto. A seguire, lo stoccaggio della plastica trasformata in panchine ecc ecc. Scala Mercalli, con l’omonimo Luca il sabato sera su RaiTre, soffre della crisi di racconto su questi temi: ovvero servirebbe l’approdo prima o poi a un modo che non sia punitivo per la coscienza di chi guarda, che non ti metta dentro tutta l’inquietudine del mondo pur avendo magari colpe minime. Difficile uscirne, e nella puntata di sabato dedicata all’acqua non aiutavano i lunghi servizi sul lago Titicaca o sull’acqua sprecata a Las Vegas. Ormai si rimane immuni o grandi masse preferiscono muoversi indignate contro l’olio tunisino, anche qui senza un racconto vero. Prima o poi la figura del benefattore-esperto del mondo inquinato dovrà trasformarsi. Pena la ripetitività – e che il problema sia in effetti ripetitivo non conta, in tv – e una disaffezione che è il contrario del risultato sperato.