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 2016  marzo 12 Sabato calendario

La nave più grande del mondo è francese

Sessantamila tonnellate di acciaio sono scivolate dolcemente nelle acque tranquille dell’Atlantico di fronte a Saint-Nazaire in una bella giornata di fine inverno, giovedì 10 marzo, sotto lo sguardo emozionato di Laurent Castaing, il direttore generale di Stx France, il più grande cantiere navale europeo che sta in Francia ma ha i padroni a Seul, in Corea.

Emozionato e felice monsieur Castaing di aver rispettato i tempi del contratto, firmato nel 2013, e di poter consegnare on time, il 12 maggio prossimo, al cliente americano, la Royal Caribbean, colosso delle crociere, la più grande nave passeggeri finora costruita, l’Harmony of the Seas, 362 metri di lunghezza (cento più del Titanic, tanto per dare un’idea del gigantismo navale di oggi), 66 di larghezza, sei ponti e migliaia di cabine che potranno ospitare 6mila passeggeri e 2mila uomini dell’equipaggio, biglietti già prenotati per le crociere nel Mediterraneo che partono da Barcellona l’estate prossima.
Insomma, record su record per le gèant des mers, il gigante dei mari che ha fatto lavorare per tre anni (la commessa della Royal Caribbean è del 2013) più di seimila persone, generato più di cento milioni di euro d’investimenti per ingrandire il cantiere, e che, forse, cambierà il destino dei cantieri navali di Saint-Nazaire. Da qui escono, infatti, non solo grandi navi passeggeri (e tra due anni, nel 2018, anche la sorella della Harmony, l’Allure of the Seas, già ordinata dalla compagnia americana Celebrity Cruises, una controllata della Royal Caribbean, più altre due della stessa classe destinate invece alla compagnia italo-svizzera Msc entro il 2021), ma anche navi militari, corvette e fregate porta-elicotteri come quelle commissionate da Putin e mai consegnate alla Marina militare russa per il veto del governo francese in seguito al conflitto in Ucraina e all’annessione della Crimea.
Da qui si capisce che la Stx France non è un costruttore navale qualsiasi, ma un’impresa strategica di cui lo stato francese, azionista al 33% (i coreani sono al 67%) non vorrebbe perdere il controllo. Ecco perché il direttore generale Castaing era emozionato la mattina del «battesimo del mare» dell’ Harmony of the Seas: perché la consegna della nave e, subito dopo, l’avvio della lavorazione delle altre tre, consentono di gestire con tranquillità l’uscita dei vecchi soci coreani, che vogliono sganciarsi per ragioni finanziarie (sono pieni di debiti), e l’ingresso di nuovi partner. Per esempio, la Fincantieri, controllata al 67% dalla Cassa depositi e prestiti, che non ha proprio brillato in borsa nonostante un’opa annunciata in pompa magna l’anno scorso.
Stx France, che ha avuto i suoi guai e ora sembra uscirne, e Fincantieri che è ancora nel tunnel ma ha un bel portafoglio ordini, potrebbero allearsi e prendere il mare come farà il 12 maggio l’Harmony of the Seas. Magari i piccoli azionisti sedotti dagli annunci governativi (la prima grande privatizzazione dell’era Renzi, blablabla), non affogheranno nelle perdite.