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 2016  marzo 12 Sabato calendario

Lula, caduta di un presidente venuto dal nulla

La sua aura di nobiltà politica pare trascolorata nel cupo grigiore di accuse infamanti. Non sono giornate facili quelle di Luiz Inacio Lula da Silva. L’inarrivabile, l’inattaccabile. Un leader politico venuto dal nulla, dal nordest del Brasile, sul cassone di un camion con i suoi fratelli. Una vita da operaio, poi da sindacalista e infine da presidente. Nei suoi anni migliori ha superato l’80% di consenso personale; la sua gestione della res publica pareva la migliore, di certo in Brasile, molto probabilmente in America Latina. Un punto di riferimento per la sinistra mondiale ma anche un leader osannato dal settimanale inglese The Economist e apprezzato dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Luiz Inacio Lula da Silva è stato tutto questo e molto altro. È “solo” un ex presidente del Brasile, il cui mandato è terminato nel 2010. Eppure è un politico-mito. Quasi intonso fino a qualche mese fa. Ora però vacilla e i brasiliani si dividono tra innocentisti e colpevolisti. Il giudice Sergio Moro non ne ha mai fatto mistero: «Mi ispiro a Mani pulite». Da qui un’inchiesta giudiziaria che ha mostrato le criticità e soprattutto le tangenti di cui è permeato il sistema politico ed economico del Brasile. Le imprese di costruzione più conosciute che versavano tangenti a Petrobras (il colosso energetico del Paese) che a sua volta finanziava il Pt (Partito dei lavoratori) di cui Lula è sempre stato un esponente di spicco.
Moro ha sì scoperchiato un sistema di corruttele poco edificante ma l’inchiesta appare un po’ troppo “a orologeria” per essere definita credibile. Poco dopo l’annuncio del governo di Brasilia sui dati congiunturali del Brasile (-3,8% il Pil del 2015 e -3,4% le previsioni per il 2016) è stato sferrato l’attacco a presunti arricchimenti illeciti di Lula. Con una operazione mediatica efficace ma molto sospetta: 200 poliziotti armati a casa di Lula, di prima mattina – neppure un’operazione anti narcos sarebbe stata così massiccia – a Sao Bernardo do Campo, la periferia di San Paolo, quartiere molto popolare, per nulla residenziale. Gli sviluppi dell’inchiesta dovranno dimostrare irregolarità che per ora non paiono affatto scontate, anche se per Lula è già arrivata una richiesta di arresto.
Il secondo obiettivo del giudice Moro, dopo Lula, è Dilma Rousseff. In una inchiesta giudiziaria che, secondo Felipe Gonzales, presenta caratteri di palese politicizzazione, alcuni osservatori latinoamericani dimostrano la volontà di incastrare, per impeachment la presidenta in carica. L’interrogatorio di Lula avvenuto all’aeroporto di Congonhas (invece che in un commissariato) ha sollevato il sospetto che volessero trasferirlo a Curitiba, per ragioni politiche e non giudiziarie.
Gli errori di Lula, al di là delle questioni giudiziarie in corso sono stati politici. La sua stagione d’oro è stata costellata da risultati economici strepitosi, poi la crisi internazionale e la domanda calante della Cina ne hanno minato il prosieguo. La sua reticenza a siglare accordi politici con l’altro grande statista brasiliano degli ultimi 25 anni, Fernando Henrique Cardoso, ha spianato la strada a una situazione politica confusa e poco prospettica. Due leader, Lula e Cardoso, vicini politicamente ma con scarsissima empatia reciproca. Il risultato è uno schieramento di forze costituito da alleanze più affaristiche che politiche. Si apre una stagione di incertezze, a pochi mesi dalle Olimpiadi di Rio.