La Stampa, 12 marzo 2016
Che fine ha fatto Balotelli?
Ora al Milan hanno una nuova paura, quella di aver esagerato con la normalizzazione di Mario Balotelli. In campo appare fin troppo «normale», senza quei lampi istintivi e rabbiosi che caratterizzavano il suo talento. Non si vede più l’attaccante sfrontato e agonisticamente arrogante che cercava la porta da tutte le posizioni. È vero che Mario ha smesso di collezionare balotellate, arriva puntuale agli allenamenti e non crea problemi disciplinari, ma è fin troppo bravo anche in campo: si limita al compitino e non tira più in porta. Il caso è talmente clamoroso che anche Mihajlovic pare essersi arreso: fu il tecnico a convincere Berlusconi a riportare Mario a Milanello, ma adesso, nonostante sia rimasto con una sola punta (Bacca) e un convalescente (Luiz Adriano), preferisce cambiare modulo (dal 4-4-2 al 4-3-3) piuttosto che puntare nuovamente su di lui per la trasferta di domani alle 12,30 in casa del Chievo.
Occasioni non sfruttate
Balotelli dopo l’intervento per la pubalgia non ha dato segnali di ripresa. Ha sfruttato male le occasioni che gli sono state date dopo il grave infortunio capitato a Niang (operato ieri alla caviglia) e adesso deve sperare in un miracolo per non essere rispedito a Liverpool in estate. L’Europeo, invece, è già un miraggio. Eppure sono in tanti a fare il tifo perché torni il giocatore che aveva dato grandi gioie agli interisti. A partire da Roberto Mancini che nel giugno scorso aveva fatto un pensierino su di lui e adesso non ha rimpianti: «Spero sempre che succeda qualcosa che lo faccia tornare indietro di qualche anno». La pazienza del Milan per la verità ancora non si è esaurita, anche se i numeri invoglierebbero a gettare la spugna: 539 minuti giocati in campionato e 161 in Coppa Italia con soli tre gol all’attivo. «Era meglio quando magari eccedeva un po’ fuori dal campo perché almeno in campo era vivo», è il pensiero che campeggia nei corridoi di Milanello, dove c’è ancora chi spera nella sua resurrezione.