la Repubblica, 12 marzo 2016
«Quest’asilo non è una ludoteca». 5 euro di multa per ogni volta che i genitori portano o vengono a prendere i figli in ritardo. Succede nel Padovano
Multe da 5 euro al giorno ai genitori che portano a scuola i figli in ritardo. Sanzioni anche per chi li va a prendere oltre l’ora prevista dal regolamento. E obbligo di registrare con un badge gli orari d’ingresso e d’uscita. È la decisione presa dal parroco e dal comitato di gestione della scuola materna paritaria Pio X di Cadoneghe, piccolo Comune della cintura urbana a nord di Padova. Una scelta dal valore educativo e non certo per fare cassa, si affretta a spiegare il parroco don Mirco De Gaspari. Così è stato messo un freno ai ritardi costanti di mamme e papà perennemente impegnati tra casa e lavoro. «Abbiamo valutato e accettato di introdurlo nella nostra scuola per scoraggiare, o meglio educare, quei genitori irriducibili» spiega Valentina Francato, coordinatrice della Pio X. «Siamo arrivati all’estremo con un padre che, trovando il cancello chiuso, ha lasciato il bimbo in giardino oltre la recinzione e se n’è andato».
«Molti credono che la scuola dell’infanzia sia una ludoteca e che i bambini possano essere portati quando si vuole» incalza il parroco, «invece è una scuola a tutti gli effetti, con un preciso programma didattico ministeriale e le verifiche dei vari gradi di apprendimento per ogni alunno. Il problema dei ritardi lo abbiamo verificato specialmente all’ingresso del mattino, che è previsto dalle 7.30 alle 9.
Sistematicamente un gruppetto di genitori accompagna i bambini con oltre un quarto d’ora di ritardo: ne consegue che i compagni debbano attenderli per iniziare l’attività didattica del giorno oppure che i ritardatari saltino parte della lezione e si debba ripetere la spiegazione, facendo inevitabilmente perdere tempo agli altri. Ne va del rispetto di tutti, anche delle insegnanti, che sono maestre e non baby-sitter».
Meno frequenti i ritardi all’uscita delle 18, un po’ di più quelli alle 16.
«Un ritardo dovuto a un’emergenza o a un imprevisto può capitare» conclude il parroco, «ma non può essere sistematico».
Il badge è entrato in funzione dal 29 febbraio e i bambini si divertono a passarlo sul lettore, prendendolo come un gioco. I genitori e i nonni dovranno ricordare di portarsi sempre appresso il tesserino o il codice da digitare manualmente. Ogni ritardo comporta l’addebito di 5 euro ed è possibile giustificarne solo uno al mese. I più scettici sono i nonni, che con le modernità tecnologiche vanno poco d’accordo. «Ben venga il badge» dicono alcune mamme «perché se ci sono delle regole, è giusto che vadano rispettate e chi arriva tardi rallenta l’attività dell’intera classe».
Non è stata una scelta a cuor leggero quella di introdurre il badge, che comunque fa parte di un pacchetto gestionale offerto da Fism, la Federazione delle scuole materne paritarie.
Rivoluzione tecnologica anche al liceo classico statale “G. Parini”, nel centro di Milano, dove da martedì 8 marzo è arrivata la rivoluzione elettronica per controllare i ritardi e le assenze degli studenti. Ogni mattina, all’ingresso, i ragazzi passano il badge negli appositi totem e il registro elettronico incamera tutti i dati.