12 marzo 2016
In morte di Keith Emerson, il signore del Moog
Andrea Laffranchi per il Corriere della Sera Pensate a Jimi Hendrix che, al posto della chitarra, suona un piano o un synth. Keith Emerson, un terzo degli ELP, era questo: un virtuoso delle tastiere che era riuscito a trasformare il rapporto fisico con lo strumento in un elemento di spettacolo. Ecco allora i coltelli usati per tenere schiacciati alcuni tasti lasciando le mani libere di suonare altri accordi, il pianoforte che volava e ruotava a mezz’aria, un muro di tastiere e sintetizzatori quasi a nasconderne la chioma bionda nei concerti.
Emerson è morto ieri nella sua villa a Santa Monica, in California. A confermare la notizia il profilo Facebook della band che chiede «il rispetto per la privacy e il dolore della famiglia». «Ricorderò sempre il suo sorriso caldo, il suo senso dell’umorismo, la sua trascinante artisticità e la dedizione alle sue capacità musicali», ha dichiarato Carl Palmer, che ieri era in concerto vicino a Rovigo. Secondo le indiscrezioni, il tastierista si sarebbe tolto la vita.
Emerson era nato a Todmorden, in Inghilterra, nel 1944. Aveva studiato classica e jazz e subito si era appassionato ai suoni elettrici dell’organo Hammond e a quelli sintetici del Moog. Dopo le prime esperienze nel rock, nel 1970 aveva formato un supergruppo con altri due musicisti che, come lui con i Nice, avevano già una certa popolarità: l’ex King Crimson Greg Lake come cantante e bassista e Palmer degli Atomic Rooster alla batteria. Ecco gli Emerson, Lake & Palmer, una delle band più importanti del prog rock.
Il loro stile è diventato sinonimo degli eccessi barocchi del genere, del picco di virtuosismo degli anni Settanta. Per i detrattori era musica più per la testa che per la pancia che, per contrasto, ha dato vita alla rivoluzione punk, tre accordi e via. Ma soprattutto Emerson, con il suo lavoro pionieristico sul Moog sia in studio che dal vivo, ha avuto una profonda influenza sul suono di quegli anni e sullo stile di molti altri tastieristi che vedevano in lui un modello. Emerson era un virtuoso e lo aveva dimostrato sin dal primo album, «Emerson Lake & Palmer» del 1970: la direzione è chiara, il rock che va a cercare la musica classica con citazioni più o meno dichiarate, tre brani strumentali su sei e durate ben oltre i 3 minuti delle classiche canzoni pop, e «Lucky Man», ballad con uno dei più famosi assoli di Moog della storia del rock firmato Emerson. Il terzo album della band aveva reso ancora più chiara la matrice: «Pictures at an Exhibition» è la registrazione di un concerto dal vivo in cui gli ELP rileggevano una suite per piano di Mussorgsky. Erano seguiti i successi di «Trilogy» del 1972 e «Brain Salad Surgery» del 1974 e nel 1979 e altri album fino a che le tensioni interne avevano portato allo scioglimento della band.
Negli anni 80, in parallelo alla carriera solista e alla composizione di colonne sonore tra cui quella di Inferno di Dario Argento, il tastierista aveva provato a tornare coi compagni. Due band separate ma i progetti non avevano avuto successo e si erano fermati al primo disco. Nel 1991 il trio originale si era riunito per altri due album, ma la creatività non era più quella della prima volta e nel 1998 un altro addio. L’ultima volta assieme, e per un solo show, era stata nel 2010.
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S.N. per la Stampa
È morto all’età di 71 anni Keith Emerson, lo storico tastierista e fondatore del gruppo rock britannico Emerson, Lake & Palmer. A scoprire il cadavere pare sia stata la compagna del musicista, e l’annuncio della scomparsa è arrivato al pubblico dal profilo Facebook della band. Secondo indiscrezioni non confermate, si sarebbe suicidato.
«Ci spiace annunciare che Keith è morto la scorsa notte nella sua casa di Santa Monica, a Los Angeles – si legge sul social network -. Chiediamo che vengano rispettati la privacy e il dolore della famiglia». La scomparsa di Emerson giunge alla vigilia di un tour in Giappone che sarebbe partito la prossima settimana.
Gli Emerson Lake & Palmer, formati nel 1970 con Greg Lake e Carl Palmer, sono stati uno dei più importanti gruppi rock progressivo, la corrente che in quegli anni voleva dare al rock più complessità di composizione e qualità di esecuzione. La storia artistica di Emerson è legata all’organo Hammond, nato per essere suonato in chiesa e poi divenuto tipico del rock, e al nuovo sintetizzatore Moog, che lui per primo suonò dal vivo in performance leggendarie.
La carriera solista di Emerson fu anche molto italiana: firmò la colonna sonora del film Inferno di Dario Argento (1980) e le sigle di chiusura del programma Rai Odeon (il boogie-woogie Honky Tonk Blues e una rielaborazione del classico pianistico di Scott Joplin Maple Leaf Rag), che ebbero grande successo nel nostro Paese tra 1976 e 1978. «Sono così addolorato per la scomparsa del mio caro amico e fratello nella musica – ha scritto Carl Palmer -. Era un pioniere e un innovatore, il cui genio musicale ha toccato tutti noi che venivamo del mondo del rock, della classica o del jazz. Ricorderò sempre il suo sorriso aperto, il suo sense of humour, la presenza scenica e la sua dedizione alla musica».