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 2016  marzo 13 Domenica calendario

La giornata tipo di Chris Dancy, l’uomo più connesso al mondo

Chris Dancy si è ribattezzato l’«uomo più connesso del mondo» nel 2012, quando l’internet delle cose – tutti gli oggetti della nostra vita pubblica e privata connessi al web – era ancora una questione accademica e per nerd. Oggi che concetti come quantified self, self-tracking e lifelogging – espressioni diverse per un unico scopo: monitorarsi grazie alle nuove tecnologie – sono entrati nel linguaggio comune dei possessori di uno smartphone (2,8 miliardi di persone), diventa difficile per Dancy, 46 anni, difendere il suo primato.
Eppure l’uomo che fino a quattro anni fa sembrava la versione anni 00 di un cyborg, oggi rappresenta sempre di più l’orizzonte che ci aspetta. Anche per questo, Dancy è stato oggetto di una puntata di Dark Net, la serie di documentari prodotta da Vocativ sulle conseguenze negative della rivoluzione digitale, andata in onda a fine gennaio negli Stati Uniti su Showtime.
D’altronde, se fino a poco tempo fa sembrava stravagante monitorare il sonno – attività che Dancy svolgeva già regolarmente – tra non molto ci ritroveremo a misurare la nostra attività cerebrale mentre meditiamo o la pressione sanguigna degli altri durante i meeting di lavoro. Esercizi quotidiani per il tecnologo di Denver, Colorado, che utilizza fino a 700 sensori per controllare corpo, mente, casa, ambiente esterno, amici.
Un’ossessione – diventata un business (Dancy oggi fa il consulente aziendale) – che ha origini intime. In un momento di grande difficoltà personale, Dancy riceve da sua madre una scatola dove ci sono i diari su cui la donna ha appuntato settimana dopo settimana gli eventi e i cambiamenti, anche minuscoli, della vita del figlio fin dalla nascita. Un catalogo di memorie per compensare l’assenza fisica di una mamma che lavorava troppo per garantire ai figli la sopravvivenza. Quell’inaspettato gesto d’amore induce Dancy a riemergere dalla depressione, a gettare via il cibo spazzatura, le sigarette, gli alcolici e i pensieri cupi. Comincia a prendersi cura di sé, un impegno reso più facile dalla tecnologia che lo aiuta a conoscere a fondo le modalità di funzionamento della sua «macchina». Così, con tanti chili in meno addosso e dispositivi dappertutto, diventa un neo-cyborg un po’ bizzarro che gira il mondo per parlare delle opportunità e dei rischi dell’essere connessi.
«La Lettura» lo ha contattato via Skype per chiedergli di raccontarci la sua giornata, «che in fondo non è tanto diversa dalla vostra – spiega – visto che lo smartphone svolge buona parte delle funzioni contenuti nei miei chip, sensori e monitor».
Mattina
La sveglia comincia alle 6 con l’accensione graduale delle lampade, impostate la sera prima sulla base della tipologia di impegni di giornata. Contemporaneamente parte la musica per il risveglio. Alle 6.15, dopo aver visualizzato l’attività notturna, Dancy aggiorna la app per il benessere mentale, appuntando le sensazioni del mattino (ansia, felicità, calma, nervosismo). «Negli anni – spiega – ho migliorato la qualità del mio sonno: adesso so qual è il momento migliore per svegliarmi, le posizioni da assumere, il tipo di alimenti da ingerire, le luci e i suoni che hanno un impatto positivo sul mio corpo».
A questo punto, le attività diventano molto simili alle nostre: un’occhiata veloce a mail, meteo, social network, salvo poi spostare il check-up all’ossigeno del sangue e alla pressione sanguigna.
Anche la meditazione è dotata di un supporto tecnologico che mappa l’attività cerebrale di Dancy, in modo da capire quando un po’ di «nulla» è stato davvero raggiunto. La colazione avviene appuntando minuziosamente gli alimenti e le relative calorie e confrontandoli con quelle dei giorni precedenti. «So – racconta – che per stare bene non devo assumerne più di 400 al giorno».
Alle 7.55 comincia la vestizione: Dancy indossa una minuscola fotocamera programmata per scattare due foto al minuto per tutto il giorno, i Google Glass, l’Apple Watch e un sensore per regolare la postura, ricercando quella corretta.
Dalle 8.30 alle 10.30 si concentra la prima parte di lavoro della giornata in cui tutto – conversazioni, appuntamenti, scrittura di testi, telefonate, musica, sbadigli, attacchi d’ira, risate – viene trasformato dal tecnologo in dati che raccoglie sui suoi device. Durante i meeting, Dancy cattura in tempo reale dati, anche quelli riguardanti la salute, dei suoi interlocutori: «Spesso hanno paura di quello che potrei scoprire», avverte.
I trenta minuti che vanno dalle 10.30 alle 11 sono dedicati al cane, il quale indossa un collare digitale per studiarne lo stato di salute e i movimenti.
Durante la passeggiata nel parco, Chris continua a lavorare con i Google Glass e verifica, attraverso i monitor presenti in casa, che tutto sia a posto.
Pomeriggio
Il pranzo viene documentato nei dettagli, mentre due applicazioni rivelano informazioni sui suoni, la temperatura e l’ambiente «emotivo» del ristorante. Pasto concluso, è ora di monitorare le conseguenze del cibo su pressione, ossigeno e battito cardiaco.
Dalle 13.30 alle 16.30 Dancy si concentra sugli impegni. Alla fine del lavoro, la app anti-distrazioni – che traccia ogni attività della giornata per fornire un resoconto delle inefficienze e report sui nuovi obiettivi da raggiungere – rivelerà i buchi della giornata. Alle 17.30 è il momento della cena.
Sera
Dalle 18.30 alle 21.30 Chris Dancy si riposa: televisione, amici, un libro. Ovviamente, ogni trasmissione guardata, bibita assaggiata e pagina letta diventano numeri da analizzare. «Spesso mi sento prigioniero delle misurazioni e del regime rigido che mi sono imposto», spiega. È la tecnologia stessa a creare un senso di costrizione: «Al momento tutti gli strumenti per il quantified self si basano sulla vergogna: se sta deviando dal percorso, scatta il senso di colpa. Dovrebbero invece essere progettate sulla motivazione e sul coinvolgimento».
Dopo la session serale di meditazione, Dancy controlla l’applicazione che mostra i momenti salienti della giornata; imposta gli obiettivi e il mood consigliato per il giorno che verrà, l’illuminazione, la temperatura e la musica della stanza.
Alla fine della giornata i dati raccolti da Dancy sono, tra gli altri: necessità fisiologiche espletate, luce e suoni, canzoni ascoltate, attività onirica, sonno, battiti cardiaci nelle varie fasi, ossigeno del sangue, pressione sanguigna, passi, attività fisica, statistiche di guida in automobile, consumo di tv, libri e cibo, denaro speso, qualità dell’aria, umidità, peso corporeo, umore. «Prima ero io a raccogliere questi dati, adesso il panorama è cambiato: le aziende non solo collezionano tutte le informazioni possibili sul tuo conto ma devi pagare se vuoi averle, il che da un lato rende molto più semplice il processo, dall’altro apre scenari inquietanti per la sorveglianza di massa».