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 2016  marzo 13 Domenica calendario

Ci sono i posti per riassorbire i lavoratori in esubero delle Province. Ma stanno tutti al nord

I posti ci sono. E anche in abbondanza. Le posizioni vacanti comunicate dalle amministrazioni pubbliche per assorbire i circa 1.600 esuberi delle Province rimasti da ricollocare, sono 3.200, quasi il doppio di quelli necessari. Il problema, però, è che i posti sono quasi tutti concentrati al Nord. La sola Lombardia, con le sue 1.361 caselle vuote nell’organico delle amministrazioni statali e locali presenti sul territorio, sarebbe in grado di assorbire quasi tutti i provinciali in cerca di una nuova sistemazione. Al contrario, in ben cinque regioni del Sud, Campania, Puglia, Basilicata, Molise e Calabria, i posti liberi sono inferiori a quelli necessari a ricollocare tutti i lavoratori dei vecchi enti soppressi dalla legge Delrio. Lo squilibrio maggiore è quello della Campania dove, a fronte di 151 posti vacanti, ci sono ben 279 ex dipendenti delle Province da ricollocare. Per 128 persone, insomma, potrebbe sfumare la possibilità di trovare una nuova collocazione nella regione di appartenenza. 
I NUMERIStesso discorso anche per la Basilicata, dove il saldo negativo tra posti disponibili e personale in mobilità, è di circa 60 persone. Numeri più contenuti in Puglia, Calabria e Molise, dove, in media, a rimanere fuori potrebbero essere tra le venti e le trenta persone. La quinta e ultima regione dove c’è un passivo tra posti liberi ed esuberi, è l’Umbria, che registra un saldo negativo di sedici unità.
Cosa succederà a questo punto? Entro il 16 marzo verranno effettuate le correzioni di eventuali errori nelle rilevazioni. Poi entro la fine del mese i dipendenti in esubero dovranno comunicare via internet la loro preferenza per la nuova destinazione. Un altro mese ancora, e il ministero della Funzione pubblica renderà note le graduatorie con le amministrazioni nelle quali gli ex provinciali dovranno prendere servizio. Per fine maggio ci saranno i decreti di nomina e il primo giugno dovrebbe essere la data per la quale i lavoratori dovrebbero prendere servizio nelle nuove sedi. Quello che accadrà per gli esuberi che sceglieranno un’amministrazione vicina al vecchio luogo di lavoro ma che sono in sovrannumero, è ipotizzabile solo a livello teorico. 
Il ministero sta cercando di effettuare il massimo sforzo possibile per ottenere l’allineamento completo tra la domanda e l’offerta di lavoro per gli ex dipendenti delle Province. Ma, almeno in Campania, c’è un problema oggettivo. In base alle regole la mobilità obbligatoria non può comportare uno spostamento superiore a 50 chilometri da casa. Questo a meno che il dipendente non decida volontariamente di trasferirsi anche più lontano. È difficile però ipotizzare che tutti gli esuberi in soprannumero della Campania possano scegliere di trasferirsi in Lombardia. 
LE REAZIONIIl problema, insomma, dovrà essere risolto in qualche altra maniera. La questione è stata sollevata anche dai sindacati. «I numeri sono confusi e non descrivono la realtà», ha spiegato Rossana Dettori della Fp Cgil, «basta ragionare sul fatto che gli esuberi sono collocati prevalentemente nelle regioni meridionali mentre i posti disponibili sono dal centro in su». Secondo la sindacalista «per i lavoratori in capo alle Province si prospetta una situazione senza risorse e con servizi al collasso». Non solo. Secondo la Dettori il «governo si nasconde dietro i numeri mentre la realtà, le lavoratrici e i lavoratori in carne e ossa, con i loro disagi e l’impossibilità di erogare servizi, vengono bloccati e censurati». 
Per questo la Fp Cgil ha chiesto «l’apertura di un confronto, che affronti concretamente i problemi che stanno emergendo, dalle Province alla Croce Rossa, nel corso di questo processo di riordino».