La Stampa, 13 marzo 2016
Dominik Paris non si ferma più
Sorride sornione, il gigante. Si è svegliato tardi, a stagione in corso ma, dopo aver scoperto la formula magica della vittoria in leggerezza, Dominik Paris non si ferma più: «Mi sono divertito, un segnale che per me dice tutto». Sbanca la discesa di Kvitfjell, fa segnare la velocità massima in gara – 135 chilometri all’ora – battendo i norvegesi a casa loro. E soprattutto, con i 100 punti conquistati ieri riapre i giochi in libera, balzando al secondo posto nella classifica di specialità dominata da Peter Fill che sta in vetta a quota 436 punti a pari merito con Svindal, il re norvegese ferito e fuori dalla coppa.
Dominik contro Peter, quattro punti di distacco, una lotta azzurra, la sfida che non ti aspetti. Due vite simili, stesso retroterra, l’Alto Adige, due carriere caratterizzate dalla fatica e dalla passione, divisi nel momento più importante, quello della conquista del trofeo della velocità, la regina dello sci alpino. Mancano pochi giorni al giorno del giudizio.
Partenza sottotono
Mercoledì alle 10 deciderà la pista di St.Moritz, la sede dei Mondiali dell’anno prossimo, tracciato tecnico che piace ad entrambi. «Ci proveremo sino in fondo, senza farci sconti», butta lì Dominik che ha già iniziato la battaglia di nervi. Lui è quello dei colpi da maestro, sei successi in carriera e cinque in discesa, quello che arriva quando non te l’aspetti, il genio al quale manca però ancora la costanza del grande campione. È il talento, l’uomo sul quale punta la Nazionale in vista delle Olimpiadi del 2018, da lui ci si aspetta sempre di più. Quest’anno è partito sottotono, i problemi con i materiali gli hanno reso più difficile il cammino, poi però da metà stagione, colmate le lacune, è esploso: è stato quarto a Wengen, secondo sulla pista coreana di Jeongseon, primo a Chamonix e primo ieri. Un crescendo rossiniano.
Peter, morale basso
Se Paris sta vivendo un momento di euforia agonistica, lo stesso non si può dire di Fill, che ieri aveva il morale sotto gli scarponi: «Poteva andare meglio. Purtroppo ho sbagliato la prima curva e non sono più riuscito a trovare il ritmo giusto». Peter, 33 anni, l’ex carrozziere in attesa del secondo figlio, dopo la vittoria di Kitzbuehel (la seconda in carriera), cercava il botto in Norvegia, l’acuto dopo tante discese. Ora il percorso verso la gloria è pieno di ostacoli perché in Svizzera gareggerà con la pressione di chi deve difendere il trono. Difficile. «Ma non mi deprimo, ho ancora tutte le possibilità di giocarmi la Coppa. Sarà una bella sfida e vincerà il migliore, anche se non dobbiamo dimenticare Jansrud. Certo, mercoledì sarebbe meglio vincere...».
«Non la regalo a nessuno»
Mette le mani avanti Max Carca, il responsabile della Nazionale, diviso tra i suoi due atleti: «St.Moritz è una pista buona per entrambi. Alle finali abbiamo ottime chance ma non abbiamo ancora vinto... Non possiamo considerare esclusi Jansrud e Theaux, perché basta un errore». Paris scenderà per divertirsi: «Voglio vincere ancora», ripete come un mantra. Carnevale è finito da un pezzo ma Dominik è un burlone e, si sa, lo scherzo al compagno di squadra fa parte della vita di gruppo: «La Coppa non la regalo a nessuno, questo è certo. Chi va più forte vince». Peter Fill è avvisato.