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 2016  marzo 13 Domenica calendario

Wayde van Niekerk, la velocità fatta persona

A Bloemfontein lo stadio è vuoto quando Wayde van Niekerk corre i 100 metri che cambiano le gerarchie dell’atletica.
No, il campione del mondo dei 400 metri non ha battuto il record di Bolt ma dopo questo sprint in 9”98 è il primo che ha un tempo sotto i 10 secondi nei 100 metri, sotto i 20 secondi nei 200 metri e sotto i 44 secondi nella sua specialità dove detiene il quarto cronometro nella classifica all time. Neppure Michael Johnson poteva sfoggiare tanta completezza.
Successo e svenimento
Van Niekerk è il sudafricano che ha annichilito la concorrenza l’estate scorsa a Pechino con un giro di pista in 43”48 e uno svenimento al traguardo. Non ce la faceva più e non se ne è neppure accorto. Invece di festeggiare si è ritrovato in ospedale e si è ripresentato il giorno dopo sul podio con l’aria di chi non ha ancora realizzato. Ieri aveva la stessa faccia: «È folle, come ci sono riuscito?».
I 100 metri non sarebbero affare suo, non più, ma i geni lo aiutano a realizzare imprese straordinarie. Mamma e papà erano saltatori in alto anche se lui, il figlio dotato per ogni sport e ogni distanza, ha iniziato con il rugby e sognava di fare il calciatore. Tifa per il Liverpool e si è ritrovato sulla pista di atletica solo perché ho capito che quella era la strada più veloce per indossare la maglia della nazionale. Se l’è infilata nel 2010, nel 2013 ha esordito ai Mondiali e nel 2015 li ha vinti.
Un coach nonna
Il suo primo allenatore è stato il patrigno, ma il salto di qualità lo deve ad Anna Sophia Botha. È lei che lo ha spostato dallo sprint ai 400 metri e ora forse si farà venire qualche dubbio ma a 73 anni è abbastanza saggia da sapere che non è il momento di cambiare rotta. I Giochi sono dietro l’angolo e la storia già in archivio.