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 2016  marzo 11 Venerdì calendario

L’app per collezionisti

Siete collezionisti di opere d’arte (o di auto d’epoca o di manifesti pubblicitari o di vecchie pipe, insomma di qualsiasi oggetto), o siete solo degli appassionati che non si perdono una mostra, un’asta magari online, o qualsiasi altro evento culturale? Ora c’è un app che fa per voi.
Si chiama «Collectrium» e si presenta sul suo sito (www.collectrium.com) con un pay-off da banca d’affari: «Collection management for private art collectors».
L’ha inventata un ingegnere informatico laureato al Mit di Boston, Boris Pevzner, uno che ha vinto l’award del settimanale BusinessWeek come creatore della «America’s most promising start-up», la start-up più promettente d’America, e che ha capito l’enorme potenzialità del mercato dell’arte: «Nel mondo» ama spiegare a chi gli chiede il segreto del successo di Collectrium «ci sono almeno mezzo milione di persone, di super-ricchi, che collezionano oggetti di ogni genere, dai quadri alle automobili, per un valore compreso tra il milione e il miliardo di dollari. Io non ho fatto altro che metterli in rete, creando un market-place dedicato».
Un altro che ha capito sia il valore del mercato dell’arte sia il potenziale dell’app di Collectrium è stato il finanziere francese François Pinault (patron della holding Ppr ora Kering), il secondo re del lusso (dopo Bernard Arnault), proprietario anche di griffe italiane come Gucci, Bottega Veneta, calzaturificio Sergio Rossi. Pinault, a cui non manca certo il senso degli affari, s’è comprato qualche anno fa la casa d’aste londinese Christie’s (seconda dopo l’americana Sotheby’s) e qualche settimana fa ha comprato il sito Collectrium con la sua app e i suoi (per ora) 27 mila clienti, pagandolo qualcosa come 25 milioni di dollari (secondo le indiscrezioni fatte abilmente filtrare dalla casa d’aste parigina, Artcurial, al terzo posto sul mercato delle aste in Francia).
Il business model di Collectrium è furbo e ingegnoso. Intanto non è gratuito. Per avere i suoi servizi bisogna iscriversi e pagare un abbonamento mensile non proprio a buon mercato: 90 dollari al mese per i servizi-base e addirittura 400 dollari per i servizi-premium. Ma quali sono questi servizi così profumatamente pagati? «Molto semplice» risponde Pevzner «noi aiutiamo i collezionisti a gestire il loro patrimonio». «Aider ces persones fortunées à gerer ses collections», come si legge nella versione francese del sito, significa fare tante cose, in effetti.
Per esempio, offrire una valutazione indipendente degli oggetti della propria collezione; mettere in contatto i collezionisti tra di loro (per dire, quelli che amano le auto d’epoca o l’arte moderna con quanti nel mondo hanno la stessa passione); offrire le migliori coperture assicurative (e per questo servizio tra i partner di Collectrium c’è anche Axa-Art, compagnia francese leader di settore) o i migliori preventivi dei migliori broker mondiali (come l’inglese Hiscox, anch’essa tra i partner del sito) fino al servizio di trasporto delle collezioni in caso di mostre o di eventi (per questo c’è la società americana Momart, moving art).
Ecco perché Pinault non ha esitato a investire 25 milioni di dollari per prendere il controllo della start-up americana dell’ingegner Pevzner: «Perché i servizi pre e post-vendita costituiscono oggi l’atout più forte per conquistare nuovi clienti o strappare i vecchi al nostro storico avversario Sotheby’s», spiegano i top manager di Christie’s. La competizione è dura, ma il mercato delle aste, in lieve calo a livello mondiale nel 2015, è andato in controtendenza qui in Francia segnando addirittura il record di 2,7 miliardi di euro di fatturato per una buona metà a vantaggio proprio dei due colossi mondiali, Christie’s e Sotheby’s, seguiti a distanza dalla francese Artcurial che pure negli ultimi anni ha visto decuplicare il proprio giro d’affari da 6 a 71milioni di euro.
Un dato interessante è stata la crescita delle aste online (830milioni di euro, con un balzo del 30%), mentre, andando nel dettaglio dei vari segmenti del mercato, quello che ha avuto la crescita maggiore (+36%) è stato il settore «autres objets de collection» che raggruppa un po’ tutto, dalle auto d’epoca ai libri antichi ai fumetti d’autore (a proposito, i fumetti più apprezzati e più battuti alle aste, qui in Francia, sono quelli di TinTin, il ragazzo-investigatore creato dal disegnatore belga Hergé negli anni Trenta). «La Francia è sempre al quarto posto nella graduatoria delle aste, dopo Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina» conclude Catherine Chadelat, presidente del Conseil des ventes, un organismo pubblico che controlla e regola gli incanti, «ma questo 10% di crescita del 2015 fa ben sperare».