10 marzo 2016
L’ultima telefonata di Failla alla moglie: «Chiama tutti, aiutatemi» • Il Pd boccia il ricorso di Bassolino • Nelle primarie in Michigan Sanders batte la favorita Clinton • Gli assassini di Luca Varani si accusano a vicenda • Il 2015, l’anno più caldo di sempre, ha avuto come effetto la mutazione delle nostre abitudini alimentari
Failla Nelle ore in cui le autorità libiche davano per imminente la partenza per Roma del C-130 con i corpi di Salvatore Failla e Fausto Piano (l’aereo è giunto nella notte a Ciampino), la signora Rosalba Failla ha fatto ascoltare la telefonata giunta a casa sua il 13 ottobre in cui la voce del marito (registrata dai rapitori) la implorava: «Ti prego, aiutami». E le chiedeva di «muovere tutto il possibile», di «avvertire i giornali e i tiggì» perché lui, malato e ormai isolato dai suoi compagni, non avrebbe resistito a lungo. Nella telefonata si sente anche la voce di uno dei rapitori (o magari quella di un intermediario) che parla in un italiano stentato: «Dov’è mio marito? Fatemi parlare con lui», chiede lei. E dall’altra parte del filo chi parla in italiano risponde: «Rosalba, non c’è, lo hanno portato via...». Dopo quel 13 ottobre il telefono dei Failla è squillato molte volte con l’utenza libica che appariva sul display: «Ma io non ho più risposto, ho fatto quel che mi dicevano dalla Farnesina perché, dicevano, intorno alla vicenda di mio marito e dei suoi compagni si stava lavorando... E ora mi sento in colpa per non avere fatto nulla...» (Martirano, Cds).
Bassolino 1 Il Pd cerca di chiudere in fretta la pratica-primarie e boccia il ricorso presentato da Antonio Bassolino dopo la diffusione dei video su quello che è accaduto domenica davanti ad alcuni seggi, dove sostenitori della vincitrice Valeria Valente raccoglievano elettori anche offrendo l’euro necessario per votare. Il ricorso di Bassolino viene dichiarato irricevibile perché presentato a oltre 24 ore di distanza dalla chiusura dei seggi. Per i garanti della regolarità delle primarie, domenica non è successo nulla, quindi si può procedere alla proclamazione della vincitrice Valente (F. B., Cds).
Bassolino 2 Antonio Bassolino non accetta il «colpo di spugna», la bocciatura del suo ricorso, e oggi ne depositerà altri due: al Comitato dei garanti provinciale e a Roma, perché si pronunci il partito nazionale. Se anche l’esito dei nuovi ricorsi dovesse essere segnato, potrebbe rompere con il Pd e presentarsi con una lista civica, come sembrano invocare i suoi fedelissimi (Ruotolo, Sta).
Michigan Nelle primarie in Michigan, Stato della grande tradizione manifatturiera, delle «tute blu», dei sindacati metalmeccanici, della folta comunità afroamericana, Bernie Sanders batte Hillary Clinton, data per favorita. Bernie avrebbe dovuto perdere con un distacco di 20 punti percentuali. E’ arrivato davanti a Hillary per un punto e mezzo: 49,82% contro 48,28% (Sarcina, Cds).
Varani 1 Manuel Foffo continua a dire che lui e Marco Prato hanno ucciso Luca Varani «per sentire il brivido cosa si prova» e che la coltellata fatale al cuore l’ha data Marco Prato. Costui, però, parlando per la prima volta, sostiene che la piega violenta è stata decisa da Manuel Foffo: «Nei due giorni che siamo stati a casa sua abbiamo avuto numerosi rapporti». All’interno dell’appartamento arrivano alcune persone, tra cui Alex, un amico di Manuel, con cui a turno hanno un rapporto sessuale. «Ma a lui non bastava, voleva qualcosa di più forte, di violento con una prostituta. Venerdì mattina siamo usciti ma non abbiamo trovato niente e allora io ho convocato Varani con whatsapp». «Quando Luca è arrivato nell’appartamento è stato Manuel, non io, a versargli un farmaco nella vodka. Poi abbiamo cominciato un gioco erotico e Manuel mi ha chiesto di strozzare Luca. Io ci ho provato, ma non ce l’ho fatta a finire. Luca era intontito, Manuel lo ha colpito tante volte a coltellate e a martellate». «Eravamo strafatti di coca, io non ce l’ho fatta ad oppormi alla morte di Luca. Lui si lamentava “Non voglio morire” e allora Manuel gli ha tagliato le corde vocali per farlo stare zitto». La coppia poi si addormenta sul cadavere. «Al risveglio ero disperato - prosegue Prato -, l’ho coperto per pietà. Manuel è sceso dalla madre che gli ha dato degli stracci per pulire e poi mi ha obbligato a pulire tutto il sangue. Mi comandava su tutto». Infine la decisione di farla finita. «Manuel si voleva sbarazzare del cadavere. “Se vuoi, te la sbrighi tu” gli ho detto aggiungendo che volevo uccidermi. Allora siamo andati in due farmacie e Manuel, con una sua ricetta, mi ha comprato 4 flaconi di barbiturici e poi mi ha dato 110 euro per l’albergo dove ho cercato di uccidermi». Prato entra nell’hotel verso le 3 di sabato mattina, i carabinieri lo salvano sabato verso le 20, dopo la confessione di Manuel (Grazia Longo, Sta).
Varani 2 Nella stanza dell’albergo di piazza Bologna in cui Prato lo scorso sabato notte è stato trovato in stato di semi-coscienza, gli investigatori hanno trovato cinque flaconi di Minias, un sedativo in gocce, e sette bigliettini di addio: in nessuno si fa riferimento all’omicidio di Varani. I carabinieri, con l’aiuto del reparto scientifico, in queste ore stanno analizzando il contenuto delle boccette di Minias cercando di determinare l’esatta quantità di medicinale assunta da Prato. Perché quel suicidio potrebbe essere una farsa, una messa in scena allestita da una mente diabolicamente lucida per aggravare la posizione di quel complice contro cui ieri si è scagliato nell’interrogatorio in carcere. A portare gli investigatori su questa ipotesi, tutta da verificare, sono stati i bigliettini scritti dal pr in albergo. Non si fa mai menzione di Varani, del sangue, dell’orrore. Sembrano preconfezionati. Non parrebbero scritti da un ragazzo sotto l’effetto di cinque flaconi di sedativo, ma da una persona pienamente cosciente. Quel Marco Prato che, stando al racconto di Foffo, per messaggiare di volta in volta con gli altri personaggi che sono entrati e usciti dall’appartamento di via Igino Giordani non ha usato il proprio cellulare: «Ho detto a Marco di non fare più questa cosa, ma ha continuato lo stesso a prendere il mio telefono e a utilizzarlo. L’invito a Luca (Varani, la vittima di cui Foffo dice di non avere il numero in rubrica, ndr) è stato fatto dal mio telefono». Forse con il folle progetto di crearsi un paracadute in caso avesse davvero deciso di uccidere (D’Albergo, Rep).
Cibo Il 2015, l’anno più caldo di sempre, ha avuto come effetto la mutazione delle nostre abitudini alimentari. L’ufficio studi della Coop, analizzando l’andamento sul mercato di circa 500 prodotti, da gennaio a dicembre scorso, ha scoperto che l’innalzamento delle temperature medie ha mutato profondamente le abitudini di consumo delle famiglie. Schizzano in alto le vendite di liquidi dissetanti: acqua prima di tutto, che segna un aumento di quasi il 10 per cento, ma anche tè freddi e bevande agli aromi, come lo sciroppo alla menta o alla mandorla (più 12 per cento). Nel piatto finiscono meno stufati e pietanze cucinate e più capresi e macedonie. Diminuisce l’acquisto di cibi che richiedono di passare tanto tempo davanti ai fornelli, come torte, pizze, sughi. O riconducibili alla stagione fredda: i cotechini scendono del 5 per cento, i wurstel e lo strutto del 6, le fondute del 3,6, i torroni di oltre l’8. Dall’altro lato si mangiano gelati e tonno in scatola tutto l’anno e si affermano i piatti pronti, freschi e light: la lattuga in busta mette a segno un exploit del 210 per cento, seguita dai pomodori confezionati con un più 186 per cento. Poi gli affettati più 13,5 per cento, e i formaggi leggeri a più 17 per cento. Se la calura scoraggia a mettere in tavola pietanze troppo caloriche o elaborate, spinge anche a farsi più docce e proteggersi dal sole. Cresce moltissimo il consumo di prodotti per il corpo e per la casa legati a un periodo estivo prolungato, come le creme solari, i deodoranti, i prodotti per l’igiene fino al boom dei repellenti per le zanzare. Gli insetticidi salgono del 15 per cento, le pomate post puntura addirittura del 38 (Salvagni, Rep).
(a cura di Roberta Mercuri)