MilanoFinanza, 10 marzo 2016
Esselunga non aprirà a Roma, almeno per ora
Nulla di fatto tra Cdp ed Esselunga. La holding del Tesoro e il gruppo della grande distribuzione erano da tempo in trattative per la compravendita di un’area nel quartiere San Lorenzo di Roma, dove avrebbe dovuto sorgere uno store del gruppo guidato da Bernardo Caprotti. Ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza l’operazione sarebbe sfumata.
Alla base del nulla di fatto ci sarebbero i ritardi nelle autorizzazioni necessarie a realizzare il progetto sull’area, che oggi ospita una ex dogana a due passi dalla stazione Termini. D’altronde sul sito di Cdp Immobiliare si legge, pur senza citare Esselunga, che per l’asset «nel 2013 è stato sottoscritto un preliminare di vendita di cosa futura con un primario operatore commerciale per la realizzazione di una media superficie di vendita». Il progetto prevedeva anche la realizzazione di altri quattro edifici e «la proprietà sta lavorando per il completamento dell’iter urbanistico finalizzato all’ottenimento del permesso di costruire». Permesso che a quanto parrebbe si è fatto attendere troppo per Esselunga, che è comunque in procinto di sbarcare a Roma, sebbene in un’altra location, sulla via Prenestina.
Se l’indiscrezione sullo stop all’operazione dovesse essere confermata, non sarebbe certo una buona notizia per la Cdp, anche perché il valore del deal avrebbe potuto essere significativo. Per avere un’idea dei numeri in ballo si pensi che quando nel 2007 l’area dell’ex dogana, insieme alla ex zecca dello Stato, all’ex Istituto Geografico e a un’area edificabile in zona Val Cannuta, è stata conferita a una società appositamente costituita per la loro valorizzazione (Residenziale Immobiliare 2004) il valore dei cespiti era stato indicato in 370 milioni, con investimenti previsti per 200 milioni circa. Ma da allora il processo di valorizzazione di quegli immobili è stato piuttosto tortuoso e dalla società veicolo sono uscite sia Pirelli Re che Maire, portando Cdp Immobiliare (già Fintecna Immobiliare) al 75% della Residenziale Immobiliare 2004, con accanto Fintec al 25%. Tuttavia negli ultimi mesi gli altri asset della controllata hanno fatto importanti passi avanti verso la valorizzazione, a partire dall’ex Zecca dello Stato, per la quale è stato raggiunto un accordo con la catena Rosewood, che gestirà l’hotel extra lusso destinato a occupare buona parte dell’edificio. Il che non significa che Cdp non abbia più intenzione di vendere il cespite. Anzi, proprio il passo in avanti verso il progetto di riqualificazione potrebbe essere un buon viatico. Passi in avanti sarebbero stati poi fatti anche sul fronte finanziario con la controllata Residenziale Immobiliare che avrebbe di recente ottenuto una rimodulazione del debito, assieme a mezzi freschi.