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 2016  marzo 10 Giovedì calendario

La foto di Kim Jong-un con la bomba nucleare in miniatura

La Corea del Nord ha un arsenale di ordigni nucleari più o meno avanzati: cinque, nella valutazione dell’intelligence americana, o venti, secondo fonti scientifiche cinesi. Di sicuro, i tecnici della dinastia Kim hanno condotto a partire dal 2006 quattro test di esplosioni sotterranee: l’ultimo, il 6 gennaio, ha provocato un sisma pari a 5,1 gradi sulla scala Richter. Lunedì Pyongyang ha minacciato di «premere il bottone e ridurre in fiamme e cenere le basi del nemico» sudcoreano e americano in un attacco preventivo. E ieri ha aggiunto al messaggio le foto di Kim Jong-un intento a ispezionare l’arsenale missilistico e compiaciuto di fronte a quella che viene definita «una testata nucleare miniaturizzata» pronta per l’impiego.
«Le testate nucleari sono state standardizzate e miniaturizzate per essere montate su missili balistici, questo può essere definito un vero deterrente nucleare», ha detto Kim nel resoconto dell’agenzia statale Kcna.
Nelle immagini Kim, colbacco e occhiali da vista, posa accanto a una sfera argentea che sarebbe il contenitore di una testata nucleare miniaturizzata, pronta per essere montata su un missile. Probabilmente è un modello, ma inquietante: per la prima volta è il dittatore in prima persona ad annunciare (minacciare) che il suo Paese ha raggiunto la tecnologia per lanciare un ordigno nucleare.
Il ministero della Difesa di Seul sta studiando le foto della sfera. La comunità scientifica dice già che «si tratta ovviamente di un modello», perché se avesse davvero contenuto uranio o plutonio Kim e il personale che lo circonda non si sarebbero accostati all’ordigno radioattivo senza adeguate protezioni». I servizi segreti occidentali continuano ad affermare che Pyongyang non avrebbe ancora la tecnologia capace di miniaturizzare un ordigno per adattarlo a un missile. Anche se il capo delle agenzie d’intelligence Usa nel 2010 disse al Congresso che nel giro di cinque anni ci sarebbe riuscita: e siamo nel 2016.
Ci sono sempre dubbi sulle dichiarazioni nordcoreane. Propaganda o realtà? L’anno scorso per esempio Kim si è fatto fotografare mentre assisteva al lancio di un missile da parte di un sottomarino in immersione: studiando le immagini gli analisti hanno avvertito che l’ombra in mare non si allineava con la scia del missile, l’ordigno sarebbe stato sparato da una piattaforma e non da un sottomarino.
Il progetto nucleare ha convinto comunque l’Onu a imporre sanzioni durissime, accettate dalla Cina, grande protettore del regno eremita. E ieri il ministero degli Esteri russo ha ammonito che «la minaccia di strike preventivo lanciata da Kim Jong-un potrebbe creare la base legale per l’uso della forza militare da parte della comunità internazionale». Anche Pechino teme una guerra nucleare alla sua frontiera e dice che si rischia «il disastro» nella penisola coreana. Forse Kim ha superato il punto di non ritorno.