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 2016  marzo 09 Mercoledì calendario

Una foglia di tabacco ci salverà

Potrebbe essere una foglia di tabacco a salvarci dalle nuove infezioni. Come la Zika esplosa recentemente in America Latina. La ricerche per far diventare la foglia di tabacco in una “fabbrica di molecole” capace di combattere i virus è iniziata già da qualche anno ma è di oggi la pubblicazione, sulla rivista scientifica “Frontiers in Plant Science”, di uno studio, l’équipe formata da esperti in biologia molecolare, biotecnologie vegetali, virologia, medicina e immunologia, che dà forza alla speranza di aver individuato un’arma vincente.
Uno studio “targato” Centro di ricerche Enea della Casaccia con la collaborazione dell’Istituto superiore di sanità e il “Prince of Wales hospital” di Hong Kong. L’obiettivo base: produrre dalla pianta del tabacco delle molecole che potrebbero essere utili per sviluppare, anche in tempi brevi, vaccini e nuovi strumenti diagnostici anti-epidemie.
Le piante, dunque, come bioreattori. Sono considerate la nuova frontiera per prevenire, con il vaccino, le nuove emergenze infettive. Grazie alle foglie di tabacco è stata prodotta una molecola del virus poi riconosciuta dagli anticorpi in persone che, nel 2003, avevano contratto la Sars, una forma atipica di polmonite anche letale. Un successo che ha aperto la strada alla elaborazione di test diagnostici e la cura dei pazienti.
I TEMPI
Si tratta di vaccini che, secondo le previsioni dei ricercatori, in caso di emergenza, potrebbero essere ottenuti anche in sole due settimane. Vengono definiti «sicuri e poco costosi» da chi sta lavorando da anni sulle piante anti-infezione. «Oltre alla Sars, negli ultimi due decenni alcuni virus come Ebola e di recente Zika – spiega la ricercatrice dell’Enea Rossella Franconi – come Ebola e di recente Zika, hanno causato malattie ad alto potenziale pandemico provocando vere emergenze sanitarie. L’attenzione da parte degli Stati e dalle aziende farmaceutiche rispetto a questi eventi non è sempre costante. Soprattutto in termini di investimenti nella ricerca. Quindi, avere le conoscenze per produrre velocemente e con costi contenuti sia i vaccini che i test diagnostici può dare un contributo molto importante alla gestione dell’emergenza. Per questo è importante continuare a sostenere la ricerca e accelerare lo sviluppo di tecnologie preventive».

LA TECNOLOGIA
Non solo Sars. Il progetto è quello di riuscire ad affrontare diversi agenti virali, come quello dell’Aids, l’Hiv, o quello che attacca il collo dell’utero, l’Hpv. In una delle sperimentazioni un frammento di guscio del virus dell’Aids è stato inserito all’interno di un virus vegetale inserendo poi il tutto nelle piante di tabacco coltivate in serre hi-tech isolate dall’esterno per impedire qualsiasi tipo di contaminazione. 
Nelle foglie il virus si moltiplica e, con questo, anche la porzione di guscio di virus dell’Aids. Condizione che ha permesso ai ricercatori di raccogliere gli antigeni per stimolare il sistema immunitario. Per stimolare una reazione mirata a generare una risposta al virus. Nel caso dell’Hpv si parla di “vaccino terapeutico”. In grado, cioè, di impedire la comparsa del tumore alla cervice in donne già infettate o di ostacolarne la progressione.I VANTAGGI
Uno dei vantaggi che offrono le piante nella “costruzione” dei vaccini è nell’assenza del rischio di contaminazione da parte di agenti infettivi per l’uomo. Questo possibile evento con le piante non è, infatti, possibile. L’altro è quello del costo: il rapporto, spiegano i ricercatori, è quello di dieci per l’antidoto con le piante a diecimila per il quello tradizionale. Le piante sono, inoltre, sembrano essere una risposta vincente per le grandi epidemie in paesi senza risorse e con popolazione fisicamente fragile. Questa tecnica “verde”, infatti, è capace di dare origini a molecole in grado di crescere velocemente in condizioni di non-sterilità e a costi contenuti.