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 2016  marzo 09 Mercoledì calendario

Su 25mila forestali, 3.500 pregiudicati e 50 mafiosi. Benvenuti in Sicilia

Cinquanta mafiosi tra i 25 mila forestali siciliani. E Rosario Crocetta ne licenzia subito la metà. Dopo un anno e mezzo da quando il governatore siciliano aveva chiesto un monitoraggio dei carichi pendenti e il casellario giudiziario di tutti i forestali a libro paga della regione, questa settimana è arrivato l’elenco completo con cifre scandalistiche. 
Ben 3.500 operai forestali hanno avuto condanne penali, più di uno ogni sette. E di questi, quasi mille sono stati condannati per reati contro il patrimonio all’interno del quale è compreso quello per incendio doloso, che questi lavoratori dovrebbero prevenire. Altri 600 hanno subito condanne per reati contro la persona, 200 sono stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione ma soprattutto circa cinquanta sono stati condannati per associazione mafiosa. Uno scandalo che il governatore vuole fermare al più presto e così, appena i dati sono circolati nel corso della giornata di ieri, Crocetta ha convocato una conferenza stampa per annunciare che «abbiamo comunicato agli uffici provinciali Caltanissetta, Catania, Enna, Palermo, Agrigento, Messina, Siracusa e Trapani un primo provvedimento che prevede l’esclusione dagli elenchi delle persone avviabili al lavoro di 42 soggetti per reati gravi e di altri 24 con l’aggravante del 416 bis. Si tratta di un primo stralcio di 66 dipendenti».
LA MOSSA DI CROCETTA
Un provvedimento che lo stesso governatore definisce «esemplare, che comincia a tracciare un solco tra le logiche della Pubblica amministrazione e interessi privati. Come può far parte di questi elenchi chi è interdetto dai pubblici uffici?». La maggior parte dei condannati per mafia è concentrata tra Palermo e la sua provincia (Monreale, Termini Imerese, Altofonte), una decina tra Enna e Agrigento, il resto nelle altre provincie. E non si tratta solo di manovalanza seppur al servizio della mafia ma, come ha spiegato lo stesso governatore, «ci sono anche alcuni nomi eclatanti. Alcuni si chiamano, Brusca, Campanella, Bagarella». Diversi di questi poi, sfruttando il meccanismo assistenzialistico per le fasce meno abbienti, superando le 151 giornate lavorative ha usufruito anche dell’assegno di disoccupazione dall’Inps per il resto dell’anno.