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 2016  marzo 09 Mercoledì calendario

Le primarie del centrosinistra finiscono nel caos • Rinviato ancora l’arrivo dalla Libia delle salme di Salvatore Failla e Fausto Piano • La Slovenia blocca i migranti• Caso Regeni, cancellate le immagini delle telecamere • Le coltellate in gola per non far urlare Luca Varani • La Thailandia, su consiglio degli astrologi, accoglie in preghiera il temuto ingresso di Urano nel segno dell’Ariete

 

Primarie 1 Le primarie del centrosinistra finiscono nel caos. Se a Roma bisogna fare i conti con lo strano caso delle schede che sono più degli elettori, è a Napoli che lo scontro si alza di livello con il passare delle ore accompagnato dal sospetto sui voti «comprati».   Nel capoluogo campano un nuovo video (dopo quello dell’euro regalato agli elettori) mostra esponenti del centrodestra che invitano a votare per Valeria Valente: nelle immagini si riconoscono Claudio Ferrara, ex assessore municipale, candidato nel 2013 con Berlusconi, e Giorgio Ariosto che è anche presente al comitato della candidata la sera dei festeggiamenti. Lo sconfitto Antonio Bassolino si dice «disgustato» e annuncia «di aver presentato ricorso». E la Procura apre un fascicolo affidato alla seconda sezione che si occupa di reati contro la pubblica amministrazione. Un’indagine conoscitiva in cui, per adesso, non si formulano ipotesi di reato. Il sindaco Luigi de Magistris attacca: «Le immagini sono chiare, è profondamente squallido quello che è successo». Per Beppe Grillo «dopo la Gomorra Pd di Casavatore, ora brogli e compravendita di voti: invitiamo i cittadini a denunciare il Pd». Maurizio Gasparri, FI: «Ci tocca persino essere solidali con Bassolino». Matteo Salvini: «Primarie a pagamento, che tristezza, che vergogna: solo 1 euro per votare uno del Pd, e addirittura 35 per mantenere un clandestino!». Replica di Valeria Valente: «Ho visto quel video e mi sembra poco chiaro, se ci sono state irregolarità dal punto di vista etico, anche se non penale, io sarò la prima a chiedere che si agisca con trasparenza e determinazione poiché il risultato delle primarie non appartiene solo al vincitore» (Menicucci, Cds).

Primarie 2 Per Matteo Renzi il caso è già chiuso: «Le primarie non si toccano - dice il premier ai suoi - C’è solo chi vuole metterne in discussione i risultati in maniera strumentale. Ma non si torna indietro» (Rep). [Sull’argomento leggi anche il Fatto del Giorno]

Libia Il C130 dell’aeronautica militare ha atteso fino a notte fonda sulla pista dell’aeroporto di Tripoli l’arrivo delle salme di Salvatore Failla e Fausto Piano mentre ai parenti veniva comunicato, ora per ora, lo stillicidio di rinvii. Prima nel pomeriggio, poi in serata, poi nella notte e forse in mattinata. Via via fino alle dichiarazioni del portavoce del governo insediato nella capitale, Jamal Zubia all’Ansa: «Non lasceranno Tripoli stasera perché deve essere rispettata una procedura legale. Si spera la lascino domani». Cioè oggi. Un ennesimo rinvio che ha irritato molto la Farnesina. Il gioco ormai è chiaro. Con gli ostaggi italiani, vivi e ora persino morti, ogni autorità in campo tenta di spuntare la convenienza più alta. E così, dopo Sabratha, anche Tripoli ha voluto accreditarsi come autorità con cui fare i conti (Piccolillo, Cds).

Slovenia A mezzanotte è nata la Fortezza Slovenia, inaccessibile per chiunque non abbia un visto, o un regolare titolo di viaggio europeo. Il governo del premier liberalcentrista Miro Cerar ha deciso la chiusura della rotta balcanica battuta da un milione di profughi solo nel 2015. Per la prima volta dallo scoppio della crisi dei migranti, saranno respinti anche i siriani in cerca protezione internazionale, sulla strada per Lubiana non passeranno nemmeno gli uomini e le donne che hanno diritto all’asilo. A Bruxelles già dicono che non si può fare, che «sono violati i diritti umani». La mossa crea anche un effetto domino drammatico, visto che la Serbia ha già deciso di piombare le sue frontiere con Bulgaria e Macedonia perché «non può consentire che il suo territorio diventi un campo profughi». Cerar sostiene che la misura slovena vuole essere «un chiaro segnale ai trafficanti e ai migranti irregolari che questa rotta non esiste più» (Sta).

Regeni Le immagini registrate alla stazione della metropolitana in cui Giulio Regeni era sceso il 25 gennaio scorso si sono autocancellate. Un elemento importante per conoscere la verità sulla scomparsa del ricercatore di Fiumicello è andato definitivamente perduto. L’acquisizione della registrazione era stata sollecitata dagli investigatori italiani fin dal 5 febbraio scorso, dopo il ritrovamento del corpo di Regeni, come testimonianza decisiva per ricostruire orari e movimenti del ragazzo. Le autorità egiziane, invece, le hanno prese solo molto tempo dopo, finché il 13 febbraio si è scoperto che quelle immagini non esistevano più, sovrimpresse da altre più recenti. La conferma è venuta ieri dallo stesso procuratore di Giza, Hassam Nassar. Non è tutto. Chi indaga non è riuscito a ottenere neppure il traffico telefonico che ha interessato le celle attorno all’abitazione di Regeni e al luogo del suo ritrovamento, un fosso alla periferia del Cairo. Uno screening dei cellulari che hanno agganciato le celle vicino alla metro e nei pressi del fosso in quelle date può essere una pista utile da seguire. Nassar ha parlato anche dei risultati dell’autopsia trasmessi (ma devono ancora essere tradotti) alla procura di Roma. Il magistrato egiziano punta a ridurre i tempi delle sevizie inflitte: «È morto in un lasso di tempo compreso tra il 2 e il 3 febbraio, le violenze sono state inflitte fra le 10 e le 14 ore precedenti la sua morte». Al contrario l’ipotesi degli investigatori italiani è che Regeni, interrogato perché rivelasse informazioni sulle sue ricerche e sulle sue fonti, sia stato torturato a lungo prima di morire (Sacchettoni, Cds).

Varani 1 Già un mese fa Marco Prato - arrestato insieme a Manuel Foffo per aver torturato e ucciso Luca Varani dopo un coca party lungo 48 ore - si era rinchiuso nel suo appartamento a piazza Bologna insieme a un trentenne cocainomane come lui, riempiendolo di botte. In quella circostanza la vittima di calci e pugni è stato salvato grazie alla madre che, preoccupata per la sua sparizione, si è rivolta al 112. Una mossa disperata, dettata dal fatto che tutti gli amici del figlio contattati al telefono avevano spiegato di non essere insieme a lui. Tutti tranne uno. Marco Prato, appunto. Il bel ragazzo gay, 29 anni, pr di feste nel giro omosessuale che conta nella capitale. A differenza degli altri, Prato non ha mai risposto alle incessanti chiamate della madre disperata. Di qui la decisione di quest’ultima di rivolgersi ai carabinieri. La scoperta nella casa dello sballo è stata devastante: Marco Prato e l’amico trentenne completamente strafatti e quest’ultimo gonfio di botte. È stata presentata una denuncia per lesioni personali, che però è stata sorprendentemente ritirata (Longo, Sta).

Varani 2 Sul corpo di Luca Varani — è il responso dell’autopsia completata ieri dal medico legale Giovanni Ciallella — Manuel Foffo e Marc Prato si sono accaniti: una martellata in testa per stordire Luca e un primo fendente alla gola per impedirgli di gridare (la ferita si rivelerà poi decisiva). Numerosi tagli fatti con due lame diverse, una quindicina di coltellate e ancora martellate per frantumargli le mani. Infine un coltello a serramanico piantato nel cuore (estratto solo in sede autoptica), quando Luca era già morto. La mattanza è durata qualche minuto, un’ora al massimo. Nel palazzo di via Igino Giordani, riferisce un inquirente, «c’è ancora oggi un forte odore di sangue». Ancora da svolgere invece, gli esami tossicologici: il pm li ha disposti sulla vittima e sui carnefici per capire cosa avessero assunto. Prato sarebbe un consumatore abituale di «droghe carnivore», sostanze sintetiche che possono scatenare gli istinti più bestiali (Fia. e Fr., Cds).

Thailandia Da domenica scorsa la Thailandia, su consiglio degli astrologi, accoglie in preghiera il temuto ingresso di Urano, dopo 84 anni, nel segno dell’Ariete (o del Toro secondo altre interpretazioni). È una combinazione che secondo i tailandesi scombussola la stabilità dei segni di terra nel momento che a due miliardi di chilometri di distanza fa il suo ingresso l’energia rivoluzionaria uraniana, il pianeta di ghiaccio chiamato in lingua thai “Dao maruet ta Yoo”, o “Stella della Morte”. Proprio nella sua ultima apparizione del 1932, il regno sperimentò un sovvertimento dello status quo dopo 150 anni di monarchia assoluta dei Chakri, con una rivolta che costrinse il monarca di allora a cedere gran parte del suo potere a un governo militare e civile, oltre ad approvare la nascita di una Costituzione semidemocratica regolarmente sospesa da innumerevoli golpe. Oggi nessuno mette in discussione la sacralità di quella stessa dinastia ancora sul trono con l’88enne venerato Bhumibol Adulyadej, nono erede di un lignaggio fondato durante un’altra burrascosa visita di Urano in Thailandia nel 1782. Ma a causa della sua salute cagionevole, che lo ha costretto per anni in ospedale e ancora allarma medici e sudditi, la predizione degli astrologi è stata accolta con ansia mista a smarrimento. In ogni angolo del reame buddhista molti si sono riversati con reverenza e ansia davanti agli altari per offrire preghiere ed elemosine a monaci e poveri. È un modo di accumulare meriti, o crediti spirituali per ammortizzare gli effetti del periodo di avversità previsto nei prossimi sette anni, tanti ne occorreranno prima che Urano abbandoni i cieli sopra Bangkok (Bultrini, Rep).

(a cura di Roberta Mercuri)