Corriere della Sera, 9 marzo 2016
Per la sua campagna elettorale Trump non ha bisogno dei grandi finanziatori. È anche per questo che gli elettori lo ritengono il più libero
Possono i soldi comprare la Casa Bianca? No, se si pensa che il candidato repubblicano che fino all’altro ieri aveva raccolto più donazioni, Jeb Bush (150 milioni di dollari) è uscito di scena. Sì, se si ascolta l’umore degli americani: la maggioranza (57%) è convinta che «i candidati finanziati dalle grandi aziende, dai sindacati e dai gruppi d’interessi speciali sono sotto il loro controllo». Lo rivela una ricerca del Centro George J. Stigler per lo studio dell’economia e dello stato, che è diretto dal professore italiano Luigi Zingales alla University of Chicago. La preoccupazione circa l’influenza dei soldi sulla politica è più forte fra i Repubblicani (55%) che fra i Democratici (46%) ed è massima fra gli Indipendenti (62%). Ma in generale è un problema molto sentito e spiega in parte la popolarità di Donald Trump, l’unico ad autofinanziarsi la campagna con il proprio patrimonio miliardario: il 55% degli intervistati dallo Stigler center pensa che sia lui il candidato «più libero dall’influenza dei grandi finanziatori», mentre il 22% crede che lo sia Bernie Sanders, il Democratico che conta esclusivamente sulle piccole donazioni individuali. Solo gli elettori democratici pensano che Sanders sia «il più libero». Ma bisogna notare – sottolinea Zingales – che c’è una forte differenza d’opinione a seconda del reddito degli intervistati. Il 66% dei democratici che guadagnano oltre 100 mila dollari l’anno scelgono Sanders come campione d’indipendenza, però il 38% di quelli con un reddito inferiore ai 100 mila sceglie Trump come «il più libero» contro il 26% che indica Sanders e solo il 25% sceglie la Clinton. «Se il tema dei soldi e della politica sarà importante nelle elezioni presidenziali di novembre, Trump avrà un vantaggio sulla Clinton fra tutti i democratici, ma in particolare fra i colletti blu, la classe operaia», commenta Zingales. Per studiare il rapporto fra contributi elettorali e politica dei candidati lo Stigler center ha creato l’indice Campaign financing capture. «Quanto più grande è la quota di soldi che un candidato riceve dai grandi finanziatori, tanto meno sarà capace e desideroso di fare riforme nei mercati dove i potenti gruppi d’interesse preferiscono lo status quo», spiega Zingales. Secondo quell’indice, i candidati con il più alto tasso di contributi da grandi supporter sono Marco Rubio (57,3%), Ted Cruz (55%) e Hillary Clinton (39,6%).