ItaliaOggi, 8 marzo 2016
I mondiali di calcio di Putin in versione low-cost
Un taglio a destra e una limatina a sinistra, il budget destinato dalla Russia all’organizzazione dei campionati mondiali di calcio del 2018 va riducendosi sempre di più. Se per i Giochi olimpici invernali di Sochi, nel 2014 Vladimir Putin non aveva badato a spese, tanto c’era il bilancio federale gonfiato dalla vendita di petrolio e gas, per Fifa Russia 2018 la musica è ben diversa. A fine febbraio c’è stata l’ennesima riduzione alle spese per la Coppa del mondo, con il governo di Dmitri Medvedev che ha approvato un taglio da sei miliardi di rubli, circa 72 milioni di euro, portando il budget della manifestazione a 621 miliardi di rubli, circa 7,4 miliardi di euro.
Ad essere fatto fuori è stato il centro per le trasmissioni televisive di Mosca, che invece di un nuovo edificio dedicato sarà collocato in un centro congressi della capitale. «Non c’era motivo di costruire un edificio nuovo», ha commentato il portavoce di Russia 2018, Anton Lisin. «Con un piccolo investimento sarà possibile avere tutti i servizi nell’edificio esistente».
Nel calderone dei tagli c’è finita pure la scuola calcio dove è cresciuto Alan Dzagoev, centrocampista del Cska Mosca e della nazionale russa, che doveva subire un restyling in modo da essere utilizzata come campo di allenamento per i Mondiali.
Quando nel 2010 la Russia si era aggiudicata l’organizzazione della Coppa del mondo, tra stadi e hotel, centri sportivi e infrastrutture, il progetto per Russia 2018, come ricorda Forbes in un servizio dedicato ai prossimi mondiali, valeva circa 17 miliardi di euro. Poi è partita una revisione al budget, riducendo il numero degli hotel di lusso, rinunciando alla costruzione dei 25 resort inizialmente previsti, e privilegiando l’ammodernamento degli aeroporti, i collegamenti autostradali, la costruzione degli stadi e altre infrastrutture fondamentali. I Mondiali si disputeranno in 11 città russe, da Kaliningrand, il punto più occidentale visto che è nell’enclave della Federazione al confine con Polonia e Lituania; a Yekaterinburg, il punto più orientale, nella regione degli Urali.
Russia 2018 sarà il primo banco di prova anche per il nuovo presidente della Fifa Gianni Infantino e il ministro russo dello sport, nonché numero uno della Federcalcio russa, Vitaly Mutko, è convinto che il percorso da qui al 2018 servirà a «normalizzare la situazione all’interno della Fifa e del calcio mondiale», mentre l’organizzazione della Coppa del mondo potrà «ripristinare la piena fiducia nella Fifa. E tutto questo può accadere qui in Russia».
Mutko ha ripreso il comando della Federcalcio russa nel maggio scorso, sostituendo Nikolai Tolstykh, e recentemente ha detto che a settembre potrebbe ricandidarsi al vertice della Rfu proprio per continuare a preparare i Mondiali del 2018.