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 2016  marzo 08 Martedì calendario

Parigi simula la grande piena, quella del 1910

Parigi allagata, sommersa dalle acque della Senna. Piove da una settimana e le due dighe di contenimento sulla Marna e dell’Yonne non hanno resistito e si sono letteralmente sbriciolate. L’energia elettrica è saltata come alcuni ponti nel 7° e nel 12° arrondissement. Senza luce, senza riscaldamento, senza telefono la gente, presa dal panico, si è riversata in auto sul péripherique, mentre testimoni raccontano di aver visto torme di ratti uscire dalle scalinate del metro e invadere strade e palazzi

Non è lo scenario dell’ultimo blockbuster catastrofista uscito dagli studios di Hollywood e non è neanche il «remake» della cronaca della «grande crue», la grande piena, del gennaio 1910, quando la Senna, salita di quasi nove metri, scavalcò il Pont d’Austerliz (vicino alla Gare de Lyon) e decine di stazioni del metrò furono invase dalle acque, trasformandosi in veri e propri fiumi sotterranei come si vede nella collezione di fotografie d’epoca scattate dagli agenti della Rapt, Régie autonome des transports parisiens, la società che gestisce tutti i collegamenti ferroviari nell’Ile-de-France.

È semplicemente lo scenario virtuale immaginato dai tecnici di tutte le agenzie pubbliche che si occupano del funzionamento e della sicurezza della città, dalle ferrovie alle telecomunicazioni, dai pompieri alla Gendarmerie, dall’acquedotto all’elettricità, per simulare, da qui alla fine di marzo, una gigantesca operazione di soccorso in caso di un evento catastrofico come quello di 106 anni fa.

Un’operazione non solo francese.


Vi parteciperanno anche tecnici italiani, belgi, tedeschi e cechi (il nome in codice è, infatti, Eu Sequana e Sequana era la divinità celtica della Senna) e servirà a testare per la prima volta il dispositivo europeo di protezione civile in caso di calamità naturali come la piena di un grande fiume.


Si svilupperà per due settimane dal 7 al 18 marzo e non sarà solo un’esercitazione virtuale con i tecnici impegnati nelle loro «situation room» a simulare gli interventi.

Ci sarà anche una parte estremamente concreta (fino al 13 marzo) di «exercice de terrain», esercitazioni sul terreno come la messa in funzione delle idrovore in quasi la metà delle stazioni della rete ferroviaria (Rer e métro), più di 170. Il rischio d’inondazioni delle stazioni del metro e della Rer è, in effetti, molto alto tant’è che la società ha creato un reparto di ingegneri e di tecnici che tengono sotto controllo non solo il livello della Senna e delle falde idriche continuamente, non solo in queste giornate di esercitazione.

Benjamin Gorget, che è il responsabile di questo reparto, è già impegnatissimo e spiega: «Solo una quarantina di stazioni, su oltre 350, della rete sono davvero a rischio inondazione. Quaranta stazioni vogliono dire, però, quattrocento vie d’accesso per l’acqua della Senna: se dovesse verificarsi, sarebbe un danno di 3 miliardi di euro. Ecco perché stiamo sempre con gli occhi aperti».


Ed ecco spiegato anche perché alla Rapt prendono molto sul serio questa esercitazione. Tra giovedì e venerdì prossimo, per esempio, monteranno un muro (vero, seppure di materiali leggeri, tipo cartongesso) di un metro e mezzo alla stazione di Invalides, di Sully-Morland e alla Gare de Lyon. «Abbiamo a disposizione 70 mila pannelli, tonnellate di malta e 260 betoniere pronte a intervenire» dice monsieur Gorget con il piglio del generale sul campo di battaglia.

I parigini saranno coinvolti, naturalmente, anche per il ritardo previsto (e regolarmente annunciato come avviene quasi tutti i giorni quando una «panne» o un «colis suspect», un pacco sospetto, costringe gli agenti della Rapt a intervenire). E per ricordargli che con le piene della Senna non si scherza, le fotografie della «grande crue» del 1910 sono esposte fino alla fine del mese alla stazione della Rer (linea A) di Auber, tra Saint-Lazare e Opera, nel cuore di Parigi.