La Stampa, 8 marzo 2016
Mihajlovic deve stare attento a Di Francesco, gli può scippare la panchina
Ormai per Sinisa Mihajlovic la permanenza al Milan è come una corsa ad ostacoli. Sulla sua strada trova sempre qualcuno pronto a dare qualche scossone alla sua panchina, che è più instabile di una navicella delle montagne russe. La sconfitta contro il Sassuolo, che di fatto sancisce l’addio al terzo posto, ha fatto riemergere i soliti problemi d’incompatibilità tra il tecnico e il presidente Berlusconi. Non erano necessarie le confidenze del tifoso Maroni per capire l’umore dell’uomo di Arcore. «Non si può perdere 2-0 giocando così male e con Balotelli inesistente. Ho parlato con Berlusconi – svela il presidente della Regione Lombardia – ed è piuttosto arrabbiato: gli ho detto di occuparsi delle cose serie, di lasciar perdere la politica perché basta il Milan». Parlare del Milan piace a tutti, anche quando le cose non girano bene. Giorgio Squinzi, il patron del Sassuolo di conclamata fede rossonera, domenica ha completato l’opera affermando che «vedrei bene Di Francesco al Milan». A dire il vero a Silvio Berlusconi erano già arrivate delle nobili raccomandazioni sullo stesso tema, visto che ormai il Sassuolo è diventata la bestia nera: da Allegri in poi i rossoneri hanno sempre perso in trasferta (9 punti su 9) e con Inzaghi hanno subìto una sconfitta pure in casa. Non è un mistero che l’ex Cavaliere abbia iniziato a seguire con curiosità l’andamento dei neroverdi. E i motivi li ha già indirettamente spiegati Galliani: «Di Francesco fa giocare bene la squadra e insegna calcio». Il fatto che il Sassuolo sia stato in grado di valorizzare i giovani e per giunta italiani, poi, è un altro aspetto fondamentale.
Salvagente Coppa Italia
Mihajlovic non è messo bene a a scontri diretti con chi può insidiare la sua panchina: anche Donadoni, un altro che potrebbe prendere il suo posto, è uscito vincitore. Se Berlusconi fosse convinto di affidare al serbo la panchina anche la prossima stagione, certi paragoni non avrebbero peso. Ma ormai il Milan vive in una precarietà che non lascia scampo agli allenatori. L’unico modo per sopravvivere è quello di portare a casa un trofeo. Ecco perchè Mihajlovic indosserà di nuovo l’elmetto e proverà a riportare ordine nella squadra. L’obiettivo a questo punto è arrivare almeno quinti e soprattutto vincere la finale di Coppa Italia contro la Juve. Per questo si cercherà di recuperare Niang, che venerdì verrà operato alla caviglia, e contro il Chievo potrebbe essere Boateng la spalla di Bacca. Balotelli pare un esperimento fallito e anche questo pesa sulle spalle del tecnico perché è stato lui a garantire che avrebbe reso.