La Stampa, 8 marzo 2016
In realtà Berlusconi vorrebbe Bertolaso leader del centrodestra
Alle primarie berlusconiane di Roma, le probabilità che Bertolaso venga bocciato sono pari a zero. Intanto perché sabato e domenica sarà l’unico candidato in lizza. E poi in quanto non verrà domandato ai cittadini se rappresenta la scelta ottimale (qualcuno potrebbe rispondere no, meglio per esempio «Arfio» Marchini), ma più astutamente verrà chiesto se sarebbe bello avere come sindaco nella Capitale un esperto di gravi calamità come l’ex capo della Protezione civile. Che, messa così, la risposta del popolo di destra è ovvia. «Sarà come proporre l’idraulico all’inquilino di una casa allagata», va sul sicuro Gasparri. Si aggiunga che non ci saranno cabine, schede, scrutatori e controlli, ma soltanto dei moduli da compilare con l’aiuto premuroso dei militanti «azzurri».
L’«avatar» del Cav
Sul piano rigorosamente democratico, difficile dare torto alla Pivetti che protesta contro il «voto sovietico». Ma l’obiettivo del Cav non è quello di lasciar decidere agli altri. Lui vuole un plebiscito a favore del suo candidato, per il quale lavora ventre a terra lo stato maggiore forzista capitolino riunito ieri sera con la mappa di Roma sul tavolo per decidere dove piazzare i cento gazebo, ordinati all’ultimo istante presso una ditta di articoli da giardino. Tra un paio di giorni verrà inaugurata la sede del comitato pro-Bertolaso, sulla via Aurelia appena fuori dal Gra, e in più un comodo ufficio di rappresentanza al centro. Chi pagherà queste spese e quelle dei manifesti 6x3 di cui verrà tappezzata Roma prima che scatti ufficialmente la campagna elettorale? Tutti sono convinti che ci penserà Silvio, e molto generosamente, perché ai suoi occhi Bertolaso rappresenta il sostituto ideale, l’«avatar» perfetto, il prototipo del personaggio che l’ex premier spedirebbe in campo ogni qualvolta fosse impedito a se stesso. Già due anni fa l’avrebbe messo a capo di Forza Italia, se non avesse dovuto scegliere tra lui e Verdini. Nell’entourage considerano Bertolaso già in testa alla schiera dei possibili candidati anti-Renzi nelle prossime politiche: più di Toti che giorni fa si è fatto sondare apposta, più dello stesso Salvini. Il quale l’ha capito, sostengono ad Arcore, «ecco perché ha scatenato il fuoco di interdizione». Ma gli è andata male, aggiungono, perché la polemica ha acceso i riflettori su Bertolaso che nei sondaggi era partito tragicamente male, col risultato che adesso starebbe recuperando...
Operazione Nerone
È di queste ore un piano ideato da Brunetta per infiammare la campagne elettorale a Roma e creare un vasto incendio politico in previsione anche del referendum costituzionale di ottobre. Berlusconi ne è rimasto infatuato. e ci sta lavorando su di persona. Consiste in una lista di possibili «class action» contro il governo: dalle maxi bollette alle multe degli autovelox, dal canone Rai alle pensioni non indicizzate, dalle vessazioni fiscali alle iniquità sociali. Un leader per ogni campagna, è il sogno di Silvio, meglio se affascinante come la Julia Roberts di «Erin Brockovich».