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 2016  marzo 08 Martedì calendario

A Napoli hanno pagato la gente per votare alle primarie del Pd. Ora Renzi che farà?

Le immagini riprese dalle telecamere nascoste del sito Fanpage.it smascherano alcuni consiglieri del Partito Democratico napoletano mentre davanti ai seggi delle primarie forniscono a elettori più o meno casuali l’euro necessario al voto, accompagnandolo con indicazioni a favore di Valeria Valente, la candidata poi risultata vincitrice. Si vede un dirigente del Pd locale tirare fuori il portafogli e smazzare biglietti da dieci euro ai passanti. E uno scrutatore uscire in strada a urne ancora aperte con la lista dei votanti per mostrarla a un tizio seduto dentro un’auto.
Che, da strumento capace di lanciare in orbita personaggi sgraditi agli apparati, le primarie fossero scadute a camarilla alimentata dagli apparati stessi era cosa nota o comunque fortemente sospetta. Vedersela però sbattere in faccia suscita un moto di disgusto che mina la credibilità di un meccanismo elettorale e del partito che su quel meccanismo aveva fondato la propria differenza. Il fatto poi che, almeno in queste immagini, a essere beneficiata dal voto «assistito» sia stata la candidata che si presentava come simbolo del nuovo corso, rende ancora più indifferibile un intervento del segretario del Pd, che sulla mistica delle primarie ha costruito la sua carriera e legittimato la nomina a presidente del Consiglio. Il Renzi che abbiamo conosciuto prima che l’incenso dei sacerdoti di regime si incaricasse di rallentarne i riflessi caccerebbe all’istante i dirigenti dall’euro facile e rifarebbe subito le primarie napoletane, mettendo qualche sceriffo affidabile a controllare l’ultima propaggine dell’infinito Far West italiano.