la Repubblica, 8 marzo 2016
Nel backstage delle sfilate
Il backstage di una sfilata è un ecosistema con tribù e leggi proprie. Il solerte giornalista che volesse scambiare due battute con lo stilista prima dello show deve superare nell’ordine: modelle stravolte dalla stanchezza che ciondolano da una parte all’altra mentre vengono truccate e pettinate a tempi di record, responsabili dei casting isterici perché ne manca sempre qualcuna persa chissà dove nel traffico, fotografi con treppiedi, scalette, luci e flash pronti a calpestare chiunque per uno scatto, solerti giornalisti compresi. Ci sono poi le sarte che lavorano indifferenti a tutto, le giovani e allegre vestiariste che presidiano gli stand, gli assistenti del designer a crescenti stadi di tensione e il team tecnico dello show che urla improperi irripetibili via auricolare. Scansati tutti loro, evitata la security che per partito preso caccerebbe chiunque, non resta che individuare il pr, che a mo’ di cane pastore conduce i redattori al cospetto del designer. È una battaglia continua e sfiancante, ma c’è un luogo dove regna una parvenza di pace: il tavolo del catering. Quando è ben fornito neanche l’urlo del producer che annuncia l’inizio dello show può nulla: tutti se ne restano lì, pacificati. Siamo pur sempre un popolo d’amore.