Corriere della Sera, 7 marzo 2016
La prima cosa che farebbe Storace da sindaco? «Chiamerei l’ambasciatore dell’India e gli direi che o ci ridanno subito i due marò oppure gli chiudiamo tutti i ristoranti indiani di Roma...»
Fulminante, come spesso gli capita. La prima cosa da sindaco di Roma? «Chiamerei l’ambasciatore dell’India e gli direi che o ci ridanno subito i due marò oppure gli chiudiamo tutti i ristoranti indiani della Capitale...». Ovazione (e risate) in sala, al Teatro Quirino, dove Francesco Storace, leader della Destra lancia la sua campagna elettorale di fronte a circa 600 persone.
Lui, nella gran confusione che c’è nel centrodestra, punta dritto per la sua strada, respingendo al mittente avances e individuando una precisa strategia: «La campagna elettorale sarà di popolo. I giochi di palazzo li lasciamo ad altri, le primarie finte non fanno per la città di Roma». E quindi? «Credo che in tanti sceglieranno, col voto disgiunto, il candidato più serio che c’è». Il voto disgiunto, per chi non lo sapesse, è quel meccanismo che consente di votare un candidato sindaco di un partito e dare il voto di lista ad un altro.
Storace elenca le sue dieci priorità per la Capitale: «Bisogna ricostruire il rapporto tra dipendenti e macchina capitolina. Nuovo comandante dei vigili che sia interno al corpo. Finire la metro C secondo il progetto iniziale e proseguire la Rebibbia-Casal Monastero. Nuovo welfare, con diritti certi a tutti ma partendo dagli italiani. Piano sicurezza con prefetto e questore, individuando 100 zone calde. Cabina di regia con tutte le forze politiche sul debito pregresso del Comune e ricontrattazione dello stesso, abbassando l’Irpef a carico dei romani. Amministratore unico per le municipalizzate. Corsie preferenziali per i bus. Programma straordinario sul decoro urbano».
Un programma che hanno già sottoscritto 112 comitati (da almeno 10-15 persone ciascuno) e due liste (una è Azione nazionale, dove figura anche Gianni Alemanno) a sostegno della sua candidatura. Storace ha già pronti gli slogan: «Roma invasa tornerà italiana», «Roma impaurita tornerà sicura» e «Roma sporcata tornerà pulita». E gli avversari? «Abbiamo già avuto un sindaco proto-grillino: era Marino. Il centrodestra cerca candidati nell’album fotografico di sinistra: mi spiace di questo atteggiamento». La sfida è lanciata.