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 2016  marzo 07 Lunedì calendario

Perché Zuckerberg ha più amici di Tim Cook

Non è bastata una foto (quella in cui cammina, sorridente, in mezzo a una folla di persone immerse ognuna nella propria realtà virtuale) a scalfirne la popolarità. Secondo un sondaggio dell’agenzia di analisi Morning Consult, realizzato su un panel di 1.935 persone il 25 ed il 26 febbraio, il ceo tech più popolare e apprezzato è Mark Zuckerberg. Il fondatore e amministratore delegato di Facebook ha ottenuto un indice di gradimento del 48%: come dire che quasi un intervistato su due ha espresso una preferenza per lui.

Un genio «normale»

Perché no, in fondo? Zuckerberg ha 32 anni (ne compirà 33 a maggio), ha un impero ai suoi piedi (c’è Facebook, il social più grande del mondo con il suo miliardo e mezzo abbondante di utenti, ma anche Instagram e WhatsApp) creato e messo insieme da lui. Arriva dal niente, ha fatto buoni studi ma ha saputo investire nella sua (ottima) idea al momento giusto conquistando la Silicon Valley: il tipico self-made man all’americana. Con, in più, un profilo da bravo ragazzo della porta accanto: la moglie Priscilla Chan è la sua fidanzata di lungo corso, con la quale stava insieme dai tempi dell’università e per la quale ha pure imparato a parlare cinese. Pochi vezzi e poche strane manie da miliardario: è vero che ha appena assunto 16 guardie del corpo, ma è anche vero che il suo armadio si compone solo di t-shirt grigie e jeans blu. Non solo: quando è nata la primogenita Maxima ha preso due mesi di paternità, spronando i suoi dipendenti a fare lo stesso.
L’uomo della Mela
Piace, e parecchio, anche il ceo di Apple, Tim Cook. A dispetto della decisione di non permettere all’Fbi di «sbloccare» l’iPhone del responsabile della strage di San Bernardino, decisione per la quale è stato molto criticato nel mondo intero, Cook ha ottenuto un rating di apprezzamento del 39%. Il suo profilo – 55 anni, molto riservato sulla sua vita personale anche se di recente ha fatto outing – è molto diverso da quello di Zuckerberg che il sito internet americano Recode paragona a quello di una rockstar. Tanto che sempre Recode si chiede se il braccio di ferro con l’Fbi non abbia influito in positivo, facendo guadagnare consensi a Cook. E permettendogli di scavalcare Jeff Bezos, il patron di Amazon, che arriva terzo con il 38%. Un profilo ancora diverso da quello dei precedenti: di lui piace l’affidabilità del servizio di eCommerce che ha costruito. Ma forse, anche, la sua volontà di tener duro: la sua società era sempre piaciuta agli investitori (tanto da accumulare ottimi risultati in Borsa), ma molti analisti erano rimasti critici sulla capacità di generare utili. Jeff Bezos è anche l’unico della top 3 a non stare nella Silicon Valley: il quartier generale di Amazon è a Seattle. Un altro punto in più per lui:- essere riuscito a fondare un colosso tech in una zona a minore concentrazione di potenzialità tecnologiche.
Completano la classifica Satya Nadella, ceo di Microsoft, e Larry Page, cofondatore di Google e ora ceo di Alphabet, entrambi a pari merito a 30%. Poi arriva Elon Musk di Tesla, con il 29% delle preferenze. I tre si situano in una sorta di «aurea via di mezzo»: non sono particolarmente apprezzati ma non ottengono nemmeno rating davvero bassi. Questi toccano invece a Jack Dorsey, ceo e cofondatore di Twitter, e Travis Kalanick, ceo e fondatore di Uber. Non è difficile indovinare perché: il primo, che arriva penultimo nella classifica con un rating del 21%, ha un profilo fin troppo liscio e mondano per risultare simpatico. Modaiolo, appassionato di modelle, e soprattutto (almeno per ora) incapace di far produrre utili alla sua società. Bastano queste tre caratteristiche per disegnare un profilo lontano anni luce da quello del sempre sorridente Zuckerberg.
Sul giudizio negativo su Travis Kalanick, ultimo classificato con un rating del 18% il profilo personale influisce poco. Anzi, quello potrebbe pure giocare a suo favore: Kalanick ha 39 anni, scrive codici di programmazione da quando ne ha 11 e ha lasciato l’università per impegnarsi nel lancio e nello sviluppo di startup (prima di Uber ne ha fondate altre due). Anche lui è un genietto del tech e self-made man. Ma, a differenza di Facebook, il suo servizio di noleggio auto con autista ha provocato proteste nel mondo intero. Così, tra scioperi dei tassisti ed accuse dei governi, non stupisce che nella lista dei ceo più apprezzati finisca ultimo.