Corriere della Sera, 7 marzo 2016
Higuain vuole lasciare il Napoli?
Napoli è mille colori e mille sogni, ma assieme alla vittoria ritrovata si sviluppa l’ansia sul futuro di Higuain, il campione che contende a Cristiano Ronaldo e Suarez (anche a Jonas del Benfica) la Scarpa d’Oro e che rappresenta il centro di gravità permanente delle ambizioni di Sarri: senza i 26 gol del Pipita, dove sarebbero oggi gli azzurri?
Higuain anche contro il Chievo è stato determinante, il suo acuto cinque minuti dopo l’1-0 di Nicola Rigoni ha cancellato la paura e rimesso il Napoli in linea di galleggiamento. Ma alla fine il centravanti ha preso in fretta la via dello spogliatoio, senza transitare dalla curva che festeggiava intonando il solito ritornello «un giorno all’improvviso…». Sarri smonta il caso e fa bene perché probabilmente il centravanti era solo nervoso per aver sprecato l’opportunità di realizzare una doppietta e l’immagine del bacio alla fidanzata Lara, rubato nel segreto dello spogliatoio, conferma la serenità subito ritrovata.
Ma il futuro è un buco nero, un’incognita che agita i pensieri di una città. Higuain non ha gradito le esternazioni di De Laurentiis che, prima di Firenze, lo aveva bacchettato: «È fuori forma perché sovrappeso». Gonzalo ha risposto con i gol, uno a Firenze e un altro contro il Chievo. Dà la caccia allo scudetto, ma non fa promesse sul futuro. L’argentino è al centro di mille interessi, Conte lo vorrebbe al Chelsea e Ancelotti al Bayern Monaco, anche il Psg ci ha fatto un pensierino. Difficile resistere. E la clausola di 94 milioni e 736 mila euro è un freno solo in apparenza. Però a Napoli Higuain è un re, come lo era Maradona. Coccolato, amato, rispettato. E con Sarri va d’amore e d’accordo, forse gli ha persino confessato il disagio che lo accompagna nell’ultima parte di stagione, quella in cui è difficile tenere alla larga il mercato. Ora conta il presente, che è bellissimo. Il Napoli è nuovamente a meno tre, ma non molla. «La Juve è un cannibale proprio come Merckx. Noi, invece, siamo Thevenet», la metafora di Sarri, che ama il ciclismo e ricorda: «Con Eddy al Tour de France non ce n’era per nessuno». Thevenet però la Grande Boucle l’ha vinta due volte e la prima nel ’75 proprio davanti al belga: «Per questo speriamo di superare i bianconeri». Con i gol del Pipita.